Di Marcello Rubini – Matteo Renzi dice: “mi gioco la faccia”. Ed effettivamente si gioca tutto, non solo la faccia. L’avvio non è andato troppo bene. E forse ha ragione il suo compagno di partito Pippo Civati, che gli dice: “stai facendo di tutto per farti votare contro”. Ci aspettavamo qualcosa di veramente mirabolante, e invece ci siamo beccati un surrogato di rimpasto di governo. Le promesse e le premesse sembravano altre. Matteo, infatti, aveva detto: non farò un Letta bis. Invece ha fatto un governo Letta, senza Letta. Ma aveva anche dichiarato che sarebbe andato al governo grazie al voto dei cittadini. E invece… Ma adesso il dado è tratto e il consiglio dei ministri è formato con tanto di giuramento.
I punti piu’ positivi
I nomi hanno spiazzato un po’ il toto-ministri, ma non hanno sorpreso più di troppo. Semmai ha meravigliato qualche mancata conferma, come quella del ministro Cancellieri. Al suo posto c’è un pm, Andrea Orlando (già ministro dell’ambiente). Sappiamo che Matteo Renzi è contro l’amnistia e lo svuota carceri, ma è anche vero che il neo guardasigilli aveva l’intenzione di riformare la giustizia qualche anno fa, quindi potrebbe farlo con questo governo. Altra mossa azzeccata e’ l’eliminazione di due ministeri. Infatti nei sedici nuovi ministri non ci sono quello delle pari opportunità e quello dell’integrazione. Una mossa sensata, che significa snellimento.
I Punti negativi
E’ un governo più politico, che tecnico. E questa non è un soluzione che può accontentare tutti, se non alcuni partiti, in una coalizione che rimane allargata. Renzi è dovuto ricorrere a un compromesso (e chissà che la voce roca sentita quando ha letto i nomi dei nuovi ministri sia dovuta proprio alle sgolate alla ricerca di una soluzione?). Il vincitore sembra essere Angelino Alfano. Sembrava che venisse estromesso e invece si è ripreso il Ministero degli interni e ha piazzato tre dei suoi in altrettanti ministeri, quando Ncd vale una caccola in termini dei numeri, di voti. Da Nuovo Centro Destra si dovrebbe chiamare Nuovo Centro Sinistra. Ora gli alfaniani al governo cosa diranno al proprio movimento giovanile che gli diceva “questo governo non s’ha da fare”? Intato Lupi e Lorenzin si riprendono i loro ministeri, importanti, Trasporti e Salute. La nomina di Dario Franceschini al ministero dei Beni culturali è una forzatura, brutta quanto quella che fu di Sandro Bondi (e quella fu davvero insuperabile). Per Federica Mogherini andare ogni giorno al Ministero degli Esteri non sarà una passeggiata di salute, dato che non lo è stato per una donna, Emma Bonino, con cv politico molto più lungo. Mogherini non ha tantissima esperienza, lo potete vedere anche voi visitando il suo blog www.blogmog.it, e vedremo come sarà capace, se lo sarà, di sbrogliare situazioni internazionali complicatissime, come la vicenda dei Marò. Oppure come affronterà i difficili scenari di Ucraina, Libia e Siria e Venezuela. All’economia c’è Pier Carlo Padoan, proveniente dall’area della sinistra dalemiana. Inoltre è molto vicino a Stefano Fassina. Fassina chi? Appunto. Padoan dovrà finalmente fare qualcosa dì serio e concreto e correggere dove i suoi predecessori hanno sbagliato. Intervenire nel settore più delicato del governo. Riuscirà a rompere l’empasse? Sui giornali si legge che vuole abbassare le tasse sul lavoro (giusto), ma non si sa dove le alzerà. Non si sa ancora quale sarà la sua ricetta, e questo è molto inquietante. Stefania Giannini (Scelta Civica) entra in un ministero, quella dell’Istruzione, completamente a pezzi e i soldi a disposizione sono pochi. Missione impossibile per lei: per la prima volta non tagliare, anzi incrementare. Marianna Madia, Semplificazione e Pa, dovrà dimostrare come una donna possa fare il ministro pur essendo, a breve, in maternità.. Ultima, per simpatia, la civatiana Maria Carmela Lanzetta, Affari Regionali, che è stata nominata a suo discapito: “non sapevo niente”. Anche il leader della sua corrente conferma: “Non sapevo nulla della nomina del ministro. Maria Carmela Lanzetta aveva votato contro il governo in direzione nazionale. Ora entra nel nuovo esecutivo come ministro. Le faccio gli auguri, ma non ne sapevo nulla. Ne’ da Renzi, ne’ da lei”. “Nessuno ha ovviamente inteso avvisare me o i componenti della delegazione civatiana in direzione nazionale. Renzi sta facendo di tutto per farsi votare contro”, conclude.