Di Bruno Cortona – Che strana parola: pariolini. Oggi non si sente piu’, sembra una razza estinta. Eppure una volta era all’ordine del giorno, c’era chi li amava, chi li disprezzava e chi lo era. Il Pariolino era un’entita’ tangibile, che si vedeva tutti i giorni. Ma come si faceva a individuare? Semplice: con le marche. Eccone 10 che se le indossavi, eri uno di loro.
10. Crazy Duck
La papera pazza: le felpe e le magliette con la storica scritta erano alcune tra le marche più vendute tra gli adolescenti degli anni ’90. Sotto il logo c’era spesso la scritta “Since 1996”. Qualche romantico ancora ci va in giro.
9. Pickwick
Un must del “pariolo” nato negli anni 80′, una marca che era vestita anche da quelli più grandi, quelli dei primissimi anni ’80. Della Pickwick c’era di tutto, dalle magliette alle giacche, dalle tute alle scarpe. C’era gente che vestiva ogni giorno solamente Pickwick. Dopo qualche tempo però la tendenza fu che la Pickwick diventò una marca un po’ più coatta delle altre, in quel momento c’era la fila al cassonetto per buttare ciò che non era più di moda.
8. Carhartt
Un’istituzione, nata proprio in quegli anni e mai tramontata. Lo storico negozio a Piazza San Silvestro era pieno di ragazzi (e ragazze) delle zone della Roma bene. Gli storici pantaloni con i tasconi e i cappellini col logo centrale non si potevano non avere. I prezzi della Carhartt erano tra i più alti in circolazione, qualche trentenne vintage ancora li mette. Adesso è rimasto solo un negozio a Trastevere a venderla.
7. Jeunesse Dorèe
Questa marca era talmente esclusiva che non si trovano immagini da nessuna parte. Ma ce la ricordiamo benissimo. La particolarità di questa marca, che era per lo più rappresentata dalla tuta scura stile “Oz”, era che non la vendevano a tutti. Dovevi conoscere o essere “famoso” per averla. E comunque costava tantissimo.
6. Industriecologiche
Il negozietto a Vigna Clara c’è ancora, e ti credo all’epoca faceva pagare una felpa Fruit of the Loom con la scritta Industriecologiche sul dorso 100 mila lire. Un guadagno più o meno del 100%, avoglia a campare.
5. Newcode
Marca molto di nicchia, la conoscevano pochi frequentatori di viale Parioli ed era uno dei capi d’abbigliamento più “sobri”. Proprio per questo non ebbe molto successo.
4. Blindside
Accanto alle tute della Oz e della Jeunesse Dorèe c’erano quelle della storica Blindside. Con questo logo psichedelico la Blindside arrivò in ritardo rispetto alle altre ma fece il boom proprio per la novità che rappresentava.
3. Mbc
Con un buco di negozietto nel quartiere di Collina Fleming questa marca rivoluzionò tutto il mercato. Addirittura a un certo punto iniziò ad esportare fuori da Roma. Dalle ciabatte alle borse da palestra, ai costumi. Ma soprattutto le magliette e le felpe andavano per la maggiore. Oggi, come la maggior parte di questi marchi, non esiste più.
2. Ben Sherman
Ben Sherman diede la vera scolta glamour alla moda pariolina anni ’90. Col suo logo minimal e ben visibile fu il primo che andò oltre al semplice nome riuscendo a fare breccia nel cuore dei figli di papà grazie ai cerchi concentrici magnetici e molto ben individuabili.
1. Lonsdale
Dulcis in fundo, chi è che non ha mai avuto un giubbotto Lonsdale? Non faceva caldo per niente ed era anche piuttosto burino ma andava moltissimo. I più pariolini lo accantonarono presto per buttarsi sul Woolrich o sul Brandy Melville.
Leggi anche il Volume 2 dell marche culto dei pariolini anni ’90
Pingback: Le 10 marche dei pariolini anni '90, Vol.2 - The Roman Post