Di Marcello Rubini – Ab Urbe Condita, dicevano gli antichi. La storia ci insegna che Roma è stata fondata il 21 Aprile 753 a.c. La matematica, invece, ci dice che la città eterna quest’anno spegnerà ben 2767 anni. E anche se ormai nessun romano ci fa più caso, tranne qualche studentello del classico, la città festeggia silenziosamente, anno dopo anno con la complicità del sole. Bello questo binomio tra la Roma Caput Mundi e il Sole. Gli antichi, i grandi autori classici, gli dedicarono tanti scritti, opere, poesie.. “Sol, curru nitido diem qui promis et celas aliusque et idem nasceris, possis nihil urbe Roma visere maius”, scriveva Orazio. “Roma divina, a te sul Campidoglio, dove eterno verdeggia il sacro alloro, a te, nostra fortezza e nostro orgoglio,ascende il coro”, era invece il testo di una grande canzone, l’Inno a Roma. Scritto da Fausto Salvatori, con le musiche del grande Giacomo Puccini, l’inno però è molto legato alla Roma fascista (in tutte le dittature si ascoltava poca ma buona musica), e poi in quella post fascista e almirantiana.
Ecco che il sole nella storia di Roma è un elemento ricorrente. Lo era soprattutto per Augusto, il quale voleva dare il concetto di una pace luminosa e raggiante a tutte le terre di Roma che da lui in poi faranno parte dell’Impero Romano. E così, l’imperatore, utilizza il Pantheon, una struttura molto particolare, che stupisce ancora oggi per la sua complessa architettura.
Non piove mai dentro al Pantheon
Il foro al centro della cupola è la particolarità ad attrarre i turisti. Infatti la prima cosa che si sa del Pantheon è quella che riguarda la pioggia, la quale non allaga mai i pavimenti. Ecco, come mai? Utilizzo le parole dei cervelloni di Focus: “Il Pantheon non è stato protetto da copertura oltre che per ragioni tecniche (la cupola sarebbe caduta per il peso eccessivo) e simboliche (per comunicare direttamente con le divinità), anche per sfruttarne la particolarità (dal foro entra un fascio di luce che consentiva studi di astronomia). Quando piove, l’apertura crea un “effetto camino” cioè una corrente d’aria ascensionale che porta alla frantumazione delle gocce d’acqua. Così, anche quando la pioggia fuori è battente, la sensazione è che all’interno piova meno; sensazione rafforzata dal fatto che i fori di drenaggio sia centrali che laterali sul pavimento impediscono il formarsi di pozzanghere”.
Gli scienziati della rivista Focus, però, non spiegano completamente la questione del foro.
È Eugenio La Rocca, storico sovrintendente ai Beni culturali del Comune di Roma a dare una spiegazione molto più suggestiva: “Immaginate quale impressione poteva suscitare negli spettatori la visione dell’imperatore Augusto che, nel momento esatto di varcare la soglia del Pantheon, veniva illuminato dai raggi del sole come da un riflettore di scena!”. Come ho scritto prima, non era un semplice spettacolo, ma politica.
Un rituale che si fa da piu’ di 2000 anni
Avete capito? Altro che Stone Age o le Piramide Egizie, che stanno là ferme da anni e non regalano più un’emozione. E’ il Pantheon, che nei secoli ha avuto funzioni diverse, passando dai pagani al cristianesimo fino a diventare la tomba dei re italiani, a stupire di botto. Pensavamo di sapere tutto ma non sapevamo che cosa era originariamente. Non avevamo idea che si tratta anche di un vero e proprio strumento archeo-astronomico. E ogni 21 Aprile accade un evento straordinario. “I raggi del sole, fluendo dall’oculo, colpiscono tuttora le pareti del tempio proprio come un riflettore di scena, scandendo il passare delle stagioni ed evidenziando in determinati giorni e in determinati orari le edicole e le esedre – spiega La Rocca – Ma la fascia luminosa si dirige e colpisce perfettamente la porta d’ingresso del Pantheon nel giorno del 21 aprile, la nascita di Roma: a mezzogiorno esatto, il faro di luce centrava, e centra ancora oggi, l’ingresso del tempio”. Gli archeologi dicono che tutto è rimasto come allora e che anche quest’anno la magia si ripeterà. Che facciamo ci vediamo lì? Ora e data sono confermate, organizziamo sto flash mob?