La pioggia a Roma oramai porta anche gli atei a farsi il segno della croce. Tra calamità naturali e il traffico che va sistematicamente in tilt, ci sono anche i manifestanti che contribuiscono alla paralisi della città. Titolari e lavoratori di ristoranti e bar sono scesi ieri in piazza per protestare contro la delibera comunale n. 75 che prevede la chiusura dei dehors, ossia degli spazi occupati all’esterno dei locali commerciali. Armati di fischietto e inneggiando al motto inciso sulle loro pettorine “senza tavolini Roma si spegne”, poco più di trecento persone si sono radunate ieri mattina all’altezza della Bocca della Verità paralizzando il traffico del Lungotevere e causando, di conseguenza, l’intervento della Polizia.
Esercenti capitolini che, rappresentati da associazioni fra cui la Lupe, la Fiepet-Confesercenti e l’Associazione Esercenti Bar e Gelaterie, hanno trascorso la mattinata inveendo contro il Comune di Roma accusato di mettere a rischio la sorte di migliaia di dipendenti. La manifestazione, anche se non regolarmente autorizzata, era praticamente nell’aria visto che proprio ieri scadeva la proroga di sessanta giorni concessa per la smobilitazione di tavoli, sedie ed ombrelloni di molti locali del centro città. Un giro d’affari non indifferente che rischia di andare letteralmente in fumo. Prendersi anche solo un semplice caffè seduti fuori, al tavolo, cercando di immergersi nella grande bellezza della nostra città, è un emozione che ormai in pochi possono permettersi di vivere. Costernati di turisti che, non curanti del prezzo o della qualità del prodotto, invadono i locali del centro storico di Roma, qualsiasi spazio che permette di usufruire del cosiddetto servizio al tavolo fa salire in maniera esponenziale il prezzo dei conti che vengono serviti ai clienti. Tavoli che, per cercare di sfruttare più spazio possibile e quindi vedere aumentare il profitto, vengono disposti fra loro quasi l’uno sopra l’altro costituendo spesso un ostacolo per autisti e pedoni che vedono complicarsi il loro passaggio ma che, allo stesso tempo, fungono da singolare cornice alle strade della città.
Obiettivo del Comune è stato quello di soddisfare gli interessi degli abitanti del centro, usando la contestata delibera in questione per ridimensionare le concessioni di occupazione di suolo pubblico elargite con forse troppa leggerezza. La Commissione Commercio di Roma Capitale ha deciso di ascoltare la voce dei manifestanti e ha risposto, tramite l’assessore Marta Leonori, con parole che evidenziano una scelta dovuta da regole, decoro e vivibilità dei cittadini. L’appuntamento è rimandato al 4 marzo, data in cui è prevista la seconda manche della protesta odierna. Speriamo non piova altrimenti…