Di Marcello Rubini – Forse il Governo Renzi non ha convinto tutti, però l’idea di fondo è quantomeno giusta. Tagliare, rottamare, eliminare il superfluo: questa è l’unica strada che dobbiamo compiere per alleggerire il nostro Stato. Lo sappiamo da anni, dalle prime denunce che fecero i giornalisti del Corriere della Sera, Stella e Rizzo, con il libro “La Casta”. Era il 2007, sono passati sette anni. All’epoca avevamo intuito tutti che dovevamo fare qualcosa, ma non sapevamo che il futuro sarebbe stato così cattivo nei nostri confronti. Non sapevamo che la crisi, a noi cittadini, ci avrebbe spremuti per bene. C’era, infatti, il sentore di un naufragio ormai vicino ma solo nel 2008 arrivò l’ufficialità dai Paesi stranieri, prima dagli States e poi dal resto dell’Europa. Insomma la storia la sappiamo tutti, perché tutti l’abbiamo vissuta e la stiamo vivendo.
Il governo (Pd) vuole tagliare
Tra le cose da tagliare ci sono anche i benedetti F-35. Sono anni che ne sentiamo parlare, ma ancora mai nessuno governo, e ne sono passati tre, ha espresso l’intenzione di eliminarli radicalmente dalla spesa pubblica. Oggi, invece, qualcosa si muove e inaspettatamente il ministro dell’esecutivo di Renzi, quello della Difesa Roberta Pinotti ha dichiarato che la forbice colpirà con più forza gli aeroplani da guerra.
Il ministro a Sky Tg24 ne”L’intervista” di Maria Latella ha detto: sugli F35 “è lecito immaginare una razionalizzazione, si può ridurre e rivedere”, ma prima “bisogna chiedersi che difesa vogliamo, quale tipo di protezione ci può servire. C’è un impegno assunto dal governo, aspettiamo la fine dell’indagine conoscitiva per prendere le decisione”. Quindi la Difesa vuole contribuire alla spending review, anche chiudendo 385 caserme o presidi, per poi vendere gli immobili.
Poi entro un mese arriverà in Cdm un provvedimento ad hoc e sarà allestita una task force attiva 12 ore al giorno “per dare risposte, per non perdere tempo per mettere i beni della Difesa a disposizione dei Comuni, degli enti locali e anche dei privati. Da tanti anni ci sono immobili fermi, risolvere questo problema non sarà semplice ma è un dovere patriottico”. Per quanto riguarda i tagli, “stiamo passando da 190 mila a 150 mila militari da qui al 2024, e pensiamo di tagliare 20 mila unità del personale civile della Difesa. E se ci sono ancora attendenti, li taglieremo”.
Bene, perché tutto ciò era inaspettato. Nessuno si immaginava una presa di posizione netta e immediata del governo Renzi. Una bella prova per il Ministro della Difesa (donna!) che affronta l’argomento dei tagli del proprio ministero. Forse è una azione obbligatoria, ma rispetta i dati che riguardano le opinioni dei cittadini. L’ultimo sondaggio Ipr Marketing , infatti, dice che il 65% degli italiani non li vuole, anzi è propenso alla spending review. Quelli che invece vogliono tutto così com’è, compresi gli aeri, sono solo il 23%.
Chi li vuole
Questa percentuale, un po’ militarista, è rappresentata dell’esponente di Ncd, Mario Mauro, ex Ministro della Difesa (Gov. Letta), il quale, tra l’altro, ha recentemente esclamato in diretta Tv: “Vorrei mandare a fare in culo tutti quelli che parlano male a vanvera dell’Europa!”. Uno strano nuovo stile democristiano.
Bene, Mauro a riguardo delle politiche sulla Difesa dice: “F35 è una parola di sinistra. Nasce con un governo Pd, viene votata da 10 anni dal Pd. Ora, improvvisamente, con questi “chiari di luna” in Crimea e in Ucraina, il Pd decide che non ne abbiamo più bisogno?”. Non si possono eliminare perché “I programmi militari” “hanno una durata ventennale. Non si può cambiare linea in continuazione. Altrimenti si viene fatti fuori da tutto l’indotto. E questo progetto interessa le piccole e medie imprese, come quella che a Lacedonia costruisce le parti in titanio di quell’aereo. Per loro occorrerebbe avere un po’ di coerenza. Il governo precedente era già passato da 130 a 90. Non è che ogni governo che arriva deve fare un nuovo ‘taglio e messa in piega’ di aerei che sostituiscono la nostra flotta di Tornado e Amx ormai obsoleta”. Anche se è il Parlamento a rimanere sovrano. L’ex ministro osserva anche che: “le spese grosse le stiamo facendo per la Marina, non per l’Aeronautica. Possiamo anche decidere di fare come il Costa Rica che non ha un’aviazione. Poi però dovremo spiegare alla Nato come facciamo la nostra parte”.