Di Marcello Rubini – Un tempo erano gli imprenditori che, stufi del successo raggiunto con le loro imprese, si buttavano in politica. O magari lo facevano per pararsi il fondoschiena, dipende dai casi. Oggi invece il mondo è cambiato. I nuovi ricchi non sono più i semplici imprenditori ma coloro che si sono cimentati con il web e hanno creato realtà come Facebook o Napster. Questi, a loro volta un po’ annoiati dai loro miliardi, non sanno più come passare le loro vite. E allora abbiamo il re degli hacker, Kim Dotcom, che dopo aver visto chiudere il suo Mega Upload ha iniziato, oramai da anni, una battaglia personale contro Obama e il governo Usa.
L’ultimo riccone freak, figlio dell’era internet, che vuole entrare in politica oggi è il fondatore di Napster, Sean Parker. Sì, quello che semplicemente facendo togliere il “the” a Facebook ha incantato Zuckerberg ed è riuscito a entrare in società con lui.
Sean, che rappresenta la giusta via di mezzo tra il sex symbol e il nerd, vuole scendere in campo nella cosa pubblica in prima persona e diventare un collega a tutti gli effetti dei vari Rand Paul, Bill DeBlasio e Charlie Christ (che tra l’altro avrebbe già incontrato tutti, uno a uno). L’unico problema per Sean è che non sa ancora da che parte stare. Repubblicano o democratico? A naso si direbbe più probabile la seconda scelta.
In un articolo di salon.com a firma di Heather Digby, e ripreso da Dagospia, si legge: (Sean Parker) “Non ha aderito ad alcuna singola causa e nemmeno ad alcuna vaga filosofia politica. Una delle cose divertenti che derivano dall’essere miliardario è che, anche se non hai la minima idea di quello in cui credi o alcuna idea di come funzioni la macchina politica in teoria e nella pratica, puoi incontrare i giocatori e farti spiegare da loro le regole del gioco”.
Si legge ancora: “Ed è quel che ha fatto Parker, che ha incontrato politici dalle idee più diverse come Rand Paul, Bill DeBlasio e Charlie Christ. Sono certo che loro gli abbiano detto di chiamarli notte e giorno se avesse avuto qualche domanda. (…) Nel frattempo, un battaglione di opportunisti consulenti politici in arrivo da qualsiasi area dello spettro ideologico si prepara a fare un mucchio di soldi da questa romantica avventura. Ovunque Parker, classe 1979, decida di andare…”.
Fermi tutti, una cosa politica l’ha fatta: nel 2010 Parker ha versato 100 000 dollari in una campagna per la legalizzazione della marijuana in California.