Di Achab – Capitani non si nasce, e a volte neanche si diventa, soprattutto se si tratta di una nave da crociera. Prima Schettino e poi Lee Joon Seok hanno fatto capire al mondo questa importante regola. Sembrano passati secoli, e invece ne è passato solo uno, da quando il capitano del Titanic si rifiutò di lasciare la nave, seppur in condizioni disperate e con la certezza della morte. In quel caso la banda continuò a suonare, il capitano rimase al suo timone e insieme a lui il suo equipaggio. Altri tempi, altri uomini. Sempre che questi due esempi di “capitani moderni”, possano essere considerati uomini. Il primo, Francesco Schettino, stava con una escort (sua amante) mentre comandava centinaia di metri di nave da crociera. Schettino prese gli scogli sulle coste dell’isola del Giglio con la Costa Concordia uccidendo 32 persone. Due settimane fa un nuovo incidente, nelle acque della Corea del Sud, dove il traghetto Sewol affonda uccidendo 205 persone (i dispersi sono ancora 97). Il capitano Lee Joon Seok forse ha fatto peggio di Schettino, ai primi soccorsi ha evitato di identificarsi (altrimenti sarebbe dovuto scendere per ultimo) e si è fatto salvare per primo regalando una scena ridicola: lui che scappa in mutande sulla scialuppa di salvataggio.