Di Massimo Brancaccio e Giovanni Covelli – Eravamo più ricchi, più felici e più spensierati. C’era ancora la lira e l’affronto più grande era fare il record di Snake su un cellulare che non era il tuo. Parlavamo anche più spensierati, parlavamo così.
10. Trescare
Un verbo di un romanticismo unico. Non potevi uscire dal Gilda Young se non avevi trescato con qualcuno/a. “Ma c’hai trescato?”.
9. Che rate
L’espressione più utilizzata per sensazioni di schifo o di disprezzo. Era usata in due modi, o nel senso di schifo per una cosa o per una persona, oppure per qualcosa che dovevi fare ma ti rompevi i coglioni a farla. Tipo: “Che rate c’ho ripetizioni”.
8. Porco zio
Gli zii erano gli elementi della famiglia più insultati di tutti. E senza alcuna ragione. L’alternativa era “porco due”. E non c’entrava niente la matematica.
7. Da paura
“Oh, ma alla fine i tuoi partono sto weekend?” “Si” “Dapauuura!”
6. Ciospa
Nonostante le sigarette costassero la metà di adesso, stavamo sempre a scroccare ciospe perché non avevamo una lira in tasca. Alcuni nostalgici le chiamano ancora così.
5. Me stai a imbrutti’
“Ao te lo dico hai sgravato, stai carmelo e non fa er matto, te stai accollà, fai pippa che è meglio!”.
4. Broda
Con due sacchi di broda giravi tutta Roma. Da Balduina all’Eur. Col tuo cinquantino e la scodella in testa arrivavi dappertutto, perfino a Fregene.
3. I sacchi
Erano l’unità di misura standard, perchè una piotta non la vedevamo mai. La vedevamo solo a Natale e ai compleanni, e ci durava un mese.
2. Tu madre
Tua madre era sulla bocca di tutti i tuoi amici, in qualsiasi momento. Per un periodo le persone ne abusavano senza freni. “Oh, ma stasera te che fai?”. “Tu madre!”. MA PERCHE’?
1. Ma che davero?
Ma che davero parlavamo così?
Ecco i 10 motorini che guidavamo