È morto Ciro Esposito, il tifoso napoletano ferito a colpi di pistola durante la finale di Coppa Italia a Roma, allo stadio Olimpico, tra Napoli e Fiorentina. Fonti sanitarie del policlinico Gemelli, dove Esposito è ricoverato dal 3 maggio, spiegano che la crisi odierna subita dal ragazzo ha provocato un’insufficienza multiorgano, subentrata in un quadro clinico già particolarmente fragile. Al suo capezzale i genitori, la fidanzata e i parenti più stretti. Adesso Ciro è “clinicamente” morto.
Esposito il 19 giugno scorso era stato sottoposto a un nuovo intervento chirurgico, dopo avere subito pochi giorni prima una lobectomia superiore destra e, in precedenza, diversi altri interventi chirurgici dai quali non si era mai ripreso completamente per via di numerose complicanze dovute alla grave lesione traumatica subita. La prognosi è sempre rimasta riservata. Il paziente era in dialisi, con supporto ventilatorio parziale e nutrizione artificiale.
La notizia dell’aggravarsi delle condizioni del 30enne di Scampia era giunta veloce via Facebook a Napoli anche grazie ai gruppi sul social network a lui dedicati, in particolare quello intitolato ‘Ciro non mollare’. Da quella pagina si apprende che i medici del ‘Gemelli’ hanno chiamato i parenti al capezzale del ragazzo, mentre il cappellano dell’ospedale romano ha dato l’estrema unzione al ragazzo. Sempre su Fb, lo zio Giuseppe Esposito ha messo in evidenza un post: «Cari amici, adesso più che mai Ciro ha bisogno delle vostre preghiere».
Nelle sovrapposizioni continue di notizie più o meno vere sul social, una zia avrebbe comunicato la morte del ragazzo colpito da proiettile al torace prima della partita di Coppa Italia all’Olimpico Napoli-Fiorentina il 3 maggio scorso. Ciro Esposito aveva subito diverse operazioni, e, dopo miglioramenti iniziali delle sue condizioni, sono insorte complicanze.
Il tifoso napoletano è stato colpito dal proiettile sparato dall’ultrà ‘Gastone’, cioè Daniele De Santis, in viale Tor Quinto, durante tafferugli tra tifoserie avversarie. De Santis è stato arrestato. Ciro Esposito lavorava nell’autolavaggio di famiglia insieme fratelli Pasquale e Michele. Uno dei suoi zii, sindacalista Fiom in pensione, Vincenzo Esposito, aveva anche aperto un sito per dimostrare l’estraneità del nipote (che fu piantonato in ospedale con l’accusa di rissa aggravata) e dei suoi amici a quanto accaduto a Tor di Quinto.
A un’emittente radiofonica privata campana, Radio Crc, nella trasmissione «Si gonfia la rete» di Raffaele Auriemma, Angelo Pisani, legale di Ciro Esposito, aveva dichiarato stamattina «Speriamo nel miracolo», accusando le istituzioni «di aver fallito nella mancata risposta all’agguato, nell’organizzazione della finale di Coppa Italia, quando nella Capitale sono apparse scritte ignobili senza preoccuparsi di cancellarle. La città deve unirsi per portare avanti una battaglia di civiltà».