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La nuova moda: Pinibook

Di Ruggieri Apugliese – Anche a voi potrebbe succedere di essere coinvolti in spiacevoli storie di cronaca. Mario Rossi, per esempio, leggendo la sua home di Facebook potrebbe leggere: “Shock ornitofilia a Roma: Mario Rossi stuprava volatili di grandi dimensioni”. Con la sua foto accanto. A quel punto il povero Mario Rossi trasalirebbe. E se si accorgesse che l’articolo ha già 1000 mi piace e 100 condivisioni potrebbe svenire in un momento.

Basta però leggere non più di dieci righe per avere il sospetto che si tratti di una bufala. “Il giovane sarebbe stato trovato ad abusare di poveri animali, quali volatili di grandi dimensioni come pappagalli, aironi e gufi, tutti maniacalmente tenuti dentro una stanza a luci rosse, munita di schermi a led proiettanti film hard”. Se si arriva a fine pagina, non si hanno più dubbi: “Fai subito questo scherzo”, incita il sito. E’ Pinibook, la nuova frontiera del giornalismo. Si tratta di un creatore di bufale, di notizie assurde del tutto inventate per fare uno scherzo a qualcuno. La tecnica è semplice: basta inserire nome, cognome e luogo di nascita della vittima, caricare una foto e scrivere la città nella quale si vuole ambientare la falsa notizia. Un click su “accetto termini e condizioni” e l’articolo è pronto da diffondere sui social. A quel punto, per la vittima dello scherzo, potrebbero sorgere complicazioni.

Il problema per Mario Rossi è che non tutti leggono dieci righe. Non tutti aprono il link. Rapiti dalla gravità dello scandalo, alcuni utenti del web leggono il titolo e condividono. Proprio così si creano le catene di bufale, condivise per migliaia di volte prima che qualcuno riesca a smentirle. Non basta accorgersi che la notizia è falsa: il problema è farlo sapere a quelle migliaia di persone che l’hanno presa per vera. E ora ne stanno parlando dappertutto, da Facebook al bar, da Whatsapp alla palestra.


Il rischio della bufala infatti è che una volta lanciata non se ne ha più il controllo. Mario Rossi ha subito uno scherzo potenzialmente globale e senza scadenza. Qual’è la soluzione? Si trova in “termini e condizioni”, si scopre che tutti i falsi articoli vengono archiviati nel database, ma possono essere rimossi con una “apposita richiesta” fatta ai gestori del sito, senza ulteriori informazioni su che cosa significhi. Non c’è nessun indirizzo email e nessuna sezione “contatti” in vista. Ma anche se Mario riuscisse a contattare i gestori e ottenere la cancellazione dell’articolo, non avrebbe la garanzia di aver cancellato l’esistenza di quella notizia, perchè altri siti web e giornali potrebbero averne ripreso il testo.

Pinibook precisa che è l’utente che crea la falsa notizia a essere responsabile di quanto inserito e consapevole che si tratti di uno scherzo. Soprattutto, l’utente garantisce che il materiale non è lesivo, quindi è vietato trasmettere commenti e foto il cui contenuto è diffamatorio, ingiurioso, lesivo della privacy o comunque illecito. In realtà, è il testo della falsa notizia, generato automaticamente dal sito e identico per ogni vittima, che potrebbe risultare diffamatorio o ingiurioso. La diffamazione (art.595 del Codice penale) è una offesa qualunque, comunicata ad altri con qualsiasi mezzo, in assenza dell’offeso. L’ingiuria, invece, ne prevede la presenza.

Naturalmente, Pinibook non genera solo notizie di “ornitofilia”. C’è anche “Mario Rossi scatenato: ‘Adesso basta, voglio una donna al giorno'”, oppure “Mario Rossi stuprato da un branco di nani: ‘Mi sento sporco’”, o anche il più nobile “Scazzottata nella notte, Mario Rossi seda una rissa e diventa un eroe”. E non è l’unico generatore di bufale, c’è anche Magnaromagna. A differenza di Pinibook, non conserva i testi e non li rende rintracciabili tramite motori di ricerca. Una garanzia per la vittima: in questo caso gli autori hanno il controllo della notizia e possono decidere se stamparla in pdf o inviarla per email. Senza la possibilità, quindi, di rovinare la reputazione di un amico cliccando su “condividi”.

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