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Vanessa Marzullo e Greta Ramelli in mano dell’Isis

Fino a qualche giorno fa in pochi avevano un’idea su cosa fosse l’Isis, lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante. Le uniche immagini arrivate in occidente che raccontavano davvero chi sono i nuovi terroristi di Siria e Iraq erano state raccolte in un documentario di Vice. Ma solo il brutale assassinio del reporter James Foley è riuscito a scuotere i cittadini europei e transatlantici.

Ma oggi c’è un rischio che ci riguarda direttamente. Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, le due ragazze italiane partite volontarie per “aiutare i bambini siriani” potrebbero essere finite proprio nelle mani dei terroristi del nuovo califfato.

E’ la testata britannica The Guardian a scriverlo: “Gli ultimi prigionieri, due donne italiane, (con tutta probabilità Vanessa Marzullo, 21 anni, e Greta Ramelli, 20 anni, di cui non si hanno più notizie dalla fine di luglio) un danese e un cittadino giapponese, sono stati sequestrati nelle città più grande della Siria o nelle sua vicinanze. Si tratta di giornalisti, fotografi o operatori umanitari catturati nei pressi di Aleppo e Idlib. I prigionieri sono stati successivamente trasferiti a Raqqa, roccaforte di Isis nel nord della Siria”. “I rapimenti si sono dimostrati un buon affare per i fondamentalisti negli ultimi sei mesi almeno 10 ostaggi, tra cui un danese, tre cittadini francesi e due spagnoli, sono stati liberati dopo lunghe trattative con i rapitori, in cambio di un riscatto”.

Proprio per il giornalista originario di Boston, secondo il New York Times, lo Stato islamico ”aveva chiesto agli Stati Uniti un riscatto di milioni di dollari per la sua liberazione”. Ma per salvare Foley gli Usa avevano tentato un blitz. Su un volo le forze speciali avevano fatto irruzione in una zona in mano all’Isis. Era avvenuto uno scontro a fuoco, in cui sono morti diversi miliziani arabi. Ma di Foley nessuna traccia, a quanto pare i servizi segreti statunitensi avevano sbagliato luogo. Questa missione è stata confermata dal Pentagono, con le dichiarazione dell’ ammiraglio John Kirby: “abbiamo messo a rischio il meglio dell’esercito Usa per cercare di riportare i nostri cittadini a casa”. E’ il primo intervento dichiarato in Usa in Siria.

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