Di Stefania Roberts – Scherza con i fanti ma lascia stare i santi, diceva un antico proverbio. Una consiglio che hanno deciso di non seguire due artisti argentini, Pool Paolini e Marianela Perelli, autori di una originale collezione di bambole (soprattutto barbie) ispirate alle religioni di tutto il mondo, compresa la religione cristiana. Sulla loro pagina Facebook si possono ammirare barbie vestite come la Vergine Maria o un Ken che veste i panni di Gesù, o addirittura una barbie che impersonifica Giovanna D’Arco.
La scelta non poteva non suscitare la reazione della chiesa, che ha condannato l’irriverente creazione artistica. Un editoriale della Sir, l’agenzia dei vescovi, contesta la provocazione dei due artisti: “La religione è davvero così di plastica che si può ridurre la devozione a oggettistica?”, si chiedono polemicamente i vescovi, che prendono le distanze: “Qualcuno – riflette l’agenzia Sir – potrebbe pensare che l’ufficio marketing del Vaticano sia impazzito e abbia avviato un restyling un pò audace della produzione figurativa cultuale, ma la verità è che la versione religiosa dei due manichini mignon è ufficialmente la provocazione di due artisti argentini”.
La polemica dei vescovi riguarda anche la scelta di concentrarsi sulla religione cattolica e non creare bambole vestite come Maometto per non urtare la sensibilità religiosa dei musulmani. “In base a quale discrezione e attenzione la Madonna sì e Maometto no?“, scrive la Sir, che si rivolge direttamente ai genitori: “Invitiamo i genitori a lavorarci su fin d’ora, a spiegare ai figli perché una bambola non sempre è un omaggio, per decostruirne il ruolo fittizio e ricostruire la catechesi vera. Prima che si comincino a vendere anche la Chiesa apribile completa di accessori o che qualche buontempone si inventi profeta della madonna Barbie”.
I 33 esemplari prodotti dagli artisti argentini faranno parte dell’esposizione “Barbie, The Plastic Religion“, nella quale Barbie e Ken rappresentano figure della religione cattolica, buddhista e di altri personaggi legati al sacro. “Per ampliare l’offerta – spiega l’editoriale in tono ironico – ed essere certi di non trascurare alcuna possibilità di vestizione (come se si trattasse di una questione folkloristica), i panni vestiti dalla pupattola sono, di volta in volta, quelli di santa Giovanna D’Arco, della Vergine di Lujßn o di Maria Maddalena, della Vergine di Lourdes e pure di quella di Fatima, con i tre pastorelli a corredo”.
E infine la domanda (retorica): “Che differenza c’è tra provocazione e cattivo gusto?“. In questo caso forse il confine è stato ampliamente superato. In tutti i casi “le installazioni artistiche non arriveranno mai nei negozi”, assicurano i vescovi. Che i prelati abbiano avuto una reazione eccessiva è certo, l’altra certezza è che, blasfeme o no, le bambole sono veramente brutte.