Ma quali tensioni sociali e problemi di integrazione? L’assalto al bus di Corcolle avrebbe ragioni più pratiche e non sarebbe un episodio arrivato al culmine di chissà quale clima di intolleranza razziale.
Il problema sta semplicemente nel fatto che alcuni autisti dell’Atac non vogliono rispettare le fermate in prossimità del centro accoglienza. Nei fatti di sabato gli immigrati sarebbero stati presi della rabbia inseguendo l’autobus dop averlo visto che se ne andava via, davanti ai loro occhi. Poi il raptus di rabbia sfociato in atti di violenza.
Ora i cittadini che abitano a Corcolle non vogliono passare per dei razzisti, e dicono che la loro unica rabbia semmai è con le istituzioni che non puliscono i giardini, e non con i 56 migranti che vivono nel centro accoglienza.
In qualche modo questo scenario è stato confermato dalle dichiarazioni (fonte Ansa) dell’autista che è stata aggredita, Elisa, 33 anni tra poco, da quasi 8 in Atac: “Mi hanno insultato, mi hanno detto che mi avrebbero ammazzato se non avessi aperto le porte. Nel frattempo tiravano sassi e bottiglie e hanno spaccato un vetro”.
A quanto pare succede spesso che ci sia questo costume di saltare la fermata quando ci sono troppi immigrati ad aspettare. Gli autisti hanno paura e tirano dritto. La stessa Elisa dice: “Perche’ non avevo una vettura blindata considerata la zona e l’ora?”