Di Marcello Rubini – Non c’è dubbio che tutto quello che è “sharing” rappresenti il futuro. Si va verso le “smart city” e allora la nuova filosofia è condividere, dalle biciclette alle automobili. L’ultima novità, presa da San Francisco, riguarda gli scooter, un progetto che sarà presto portato a Milano in occasione dell’Expo. Ma questa idea piace anche a Roma Capitale, che sul suo sito muoversiaroma.it, tratta l’argomento con un certo interesse. L’idea quindi è al vaglio, o quanto meno è arrivata in Campidoglio. Non si sa se il comune si prenderà la briga di gestire direttamente lo sharing, come e’ accaduto per le macchine e le bici. Ecco, in questi casi il campidoglio ha già fatto due enormi figuracce: di biciclette del comune non se ne vede manco una in giro, sparite tutte, quindi un completo disastro. Per quanto riguarda le Panda bianche si è trattato di un mezzo flop. Solo l’avvento di Car2go e di Eni Enjoy ha fatto capire ai romani l’intelligenza e l’utilità del carsharing.
Tornando agli scooter, l’articolista del comune si concentra sull’utilizzo dello smartphone come chiave per aprire il veicolo, e sappiamo tutti oramai che l’applicazione funziona per tutto: anche per l’individuazione del mezzo. Non parla invece di problemi più pratici: ad esempio del casco. In caso si andasse in scooter bisognerebbe mettere a disposizione anche uno o due caschi. E qui sorgono diverse problematiche: potrebbero essere rubati, oppure anche la taglia del casco diventerebbe un problema. E ancora, per alcuni potrebbe essere antigienico indossare un casco condiviso con altri. Ma per finire i veri problemi di uno scooter condiviso sono il traffico di Roma e le sue strade. Insomma Roma, nel bene e nel male, non è San Francisco.