Di Stefano Bazoli – Per quattro mila ragazzi romani il gran giorno è arrivato, il giorno che li può far entrare nel mondo dei grandi, quello definitivo, quello che “poi basta”. Il giorno dell’esame d’avvocato. Il giorno che dura tre giorni, dal 16 al 18 dicembre. Tutti accatastati dentro la Nuova Fiera di Roma, quattromila cristiani, due padiglioni, e tanta ansia.
Dietro questo rito formale sottoforma di concorso pubblico c’è un mondo, un mondo di voci, indiscrezioni, tattiche, dicerie. Un mondo che, nel bene o nel male, i protagonisti non scorderanno mai. Innanzitutto molti dei ragazzi (quelli più benestanti) sono andati a dormire negli alberghi di Fiumicino, creando una specie di villaggio olimpico della giurisprudenza. Prezzi alti per l’occasione ma nessuna paura da parte dei genitori di spendere, “è un investimento per il futuro”.
La notte nell’alberghetto di Fiumicino, oppure il traffico del raccordo, e poi via, tutti all’entrata alle 9, per essere contati e numerati tipo gulag russo. Poi tutti dentro, per cominciare, verso mezzogiorno, le 7 ore di esame. Tre giorni così, tre giorni lunghissimi tre giorni tremendi. Soprattutto quest’anno, l’ultimo con i codici commentati. Le teorie sono due ci dicono i ragazzi: “O quest’anno buttano tutti dentro, o non fanno entrare nessuno”. Chi può saperlo, una cosa certa però c’è. “Non faranno mai passare più del 30% degli iscritti”. Vuol dire uno su tre, vuol dire 1300 su quattro mila. Roma poi non è il posto più “tranquillo” per fare l’esame, per questo molti romani usano escamotage per andare a farlo in città più “lawyer-friendly” come Catanzaro o Foggia.
Proprio per il numero elevati di esaminandi, il tempo di correzione di ogni compito sarà brevissimo. “Non lo leggono più di novanta secondi”. Per questo i più esperti consigliano di scrivere bene “l’esordio e le motivazioni”, e di non sforare le quattro facciate, perchè i commissari guardano soprattutto l’inizio, la fine e apprezzano la sintesi. I risultati arriveranno a luglio, in tempo in tempo per giocarsi l’estate. Ieri sono arrivati tutti a consegnare i codici, e qualcuno si è stranito per la differenza di “controllo” da codice a codice.
Stamane la prima prova, facce sconvolte quelle del primo giorno. Ragazze disperate in crisi mistica che pensavano di mollare tutto e andare in Costa Rica, ragazzi che smascellavano manco avessero fatto serata. Venticinquenni freschi freschi che fino a ieri erano tranquilli e stamattina sono crollati, trentenni al terzo tentativo che facevano gli uomini vissuti. Nel trambusto, più presto del previsto, i quattromila dannati hanno iniziato a scrivere la traccia di civile che il commissario gli dettava. Sono uscite due tracce non impossibili, sulla locazione e sulla servitu’. Che Tizio e Caio ce la mandino buona.