Di Teresa Stefani – Da anni i romani aspettano di sapere se potranno evitare di andare a Genova per far vedere due pesci al figlioletto o alla fidanzata. E i poveri abitanti dell’Eur vogliono capire per quanto tempo dovranno vedere quel cantiere enorme sul loro amato parco del laghetto. Forse Marino aveva nostalgia dell’acquario della sua città, e per questo ha spinto parecchio per la costruzione di quello di Roma, fatto sta che il progetto sembra essersi sbloccato.
C’è già il logo, c’è già il sito internet, ci sono già le foto, ma fino a ieri niente, sembrava l’ennesimo progetto svanito nel nulla. Adesso l’ora sembra giunta, il “Mediterraneum”, il grande Acquario di Roma, aprirà a giugno 2015. Un’opera che farà intimidire sia l’Acquario di Genova, sia il modernissimo Oceanografico di Valencia firmato Calatrava, rispettivamente secondo e primo per grandezza in Europa.
Un bel regalo di Natale per la città, un progetto enorme che si aspettava da troppo tempo. Un acquario che era stato progettato addirittura da Piacentini, il celebre architetto di Mussolini e padre dell’Eur, nel 1937. Insieme a De Vico, altro artefice della nascita dell’Eur, aveva immaginato una “Sala dell’Acquario” proprio sotto il laghetto dell’Eur, progetto poi interrotto a causa della guerra.
Sono passati ben 87 anni e ancora niente. Eppure la spinta era stata data già dall’anno 2000, e i lavori sono iniziati nel 2009. Perfino il parcheggio multipiano con 600 posti auto è già pronto da 3 anni. La causa dell’attesa infinita è solo una: non ci sono i soldi, o meglio non c’erano i soldi, fino a ieri, quando è stato trovato l’accordo per l’ultimo finanziamento di 8 milioni da parte delle banche.
A giugno quindi Roma, pare che, avrà il suo acquario. L’attrazione più attesa e gradita dai turisti secondo un sondaggio della Luiss. Una struttura modernissima che porterà 400 posti di lavoro e ogni visitatore, se ne calcolano 3 milioni all’anno, porterà al pil cittadino circa 70 euro in più. 14 mila metri quadri contro i 10 mila di quello di Genova. Per la prima volta si ammireranno i “pesci robot”, che grazie a una tecnologia avanzatissima analizzeranno la salute degli altri pesci. E poi cinema in 4d, e guida sul proprio smartphone grazie al wifi.
Insomma, un vero e proprio sogno per Roma, che di questi progetti ne vede veramente pochi. Per ora non ha visto neanche questo, ma con l’ultimo sblocco di finanziamenti, che porta la cifra totale a 90 milioni per la costruzione, tutti di finanziatori privati, sembra superato anche l’ultimo scoglio. A meno di infiltrazioni mafiose, appalti truccati, ritardi dei lavori e dietrofront di investitori, a giugno Roma dovrebbe avere il suo acquario.
E anche se nella nostra conclusione volevamo essere enfatici, come a dire “a meno di terremoti e invasioni barbariche”, l’ufficio stampa dell’Acquario ci ha subito bacchettato con una nota ufficiale in cui ha voluto “sottolineare come sia tecnicamente impossibile che nell’ambito della realizzazione dell’Acquario di Roma ci possano essere “infiltrazioni mafiose” o “appalti truccati”, questo perchè per la realizzazione dell’Acquario non sono stati emessi bandi, non ci sono state procedure di gara e non un euro pubblico è stato speso per i lavori”. Contenti loro.