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E se l’attentato di Parigi fosse una false flag?

Di Antonio Fischetti – Attacco al cuore dell’occidente, al cuore della libertà. Colpita la nazione del burqah vietato nei luoghi pubblici, il paese dell’ex presidente Sarkozy e dei suoi “musulmani apparenti”, il paese delle dissacranti vignette su Maometto. L’attentato di Charlie Hebdo raccoglie in pochi spari tutta la frustrazione e la rabbia di un popolo, quello degli estremisti islamici.

Avevano già intimidito la redazione del giornale satirico nel 2011 con delle molotov, adesso la strage. Due uomini armati di kalashnikov AK-47 arrivano su un’utilitaria nera, minacciano una giornalista all’entrata per avere il codice di sicurezza per entrare nel giornale, sparano a due guardie e salgono. In corso c’è la riunione di redazione del mercoledì, entrano e ammazzano tutti. Arriva la polizia, per scappare i due attentatori continuano a sparare contro gli agenti, uno lo freddano mentre è indifeso a terra.

Sembra tutto realistico, come un film di spionaggio o uno “sparatutto” d’azione. I criminali riescono a entrare, e poi sparano a sangue freddo prima di fuggire. Ma ci sono ancora delle note buie, dei particolari ancora non spiegati. Proprio per questo si è iniziato a parlare di False Flag: letteralmente bandiera falsa. In Italia “operatività sotto falsa bandiera”. I false flag sono operazioni dei servizi segreti, progettate dai governi per apparire come progettate da altri enti e organizzazioni. Si basano sull’idea di “firmare” una certa operazione per così dire “issando” la bandiera di un altro stato o la sigla di un’altra organizzazione.

Gli indizi che hanno iniziato a far parlare di complotto sono vari. Innanzitutto l’attentato ancora non è stato rivendicato. Nè Al Qaeda, nè Isis, neppure altri gruppi islamici violenti. Il che è quasi un unicum, perchè tutti gli altri attentati, dall’11 settembre in poi, sono stati rivendicati. Oltre a questo, l’altro elemento che fa “pensare male” è il fatto che gli attentatori, coperti integralmente da una tuta nera, si siano mossi dimostrando estrema preparazione logistica e un addestramento di livello militare, il che suscita dubbi viste le tecniche piuttosto “primordiali” che usano gli eserciti dei paesi musulmani durante le guerre nei paesi arabi.

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Oltretutto (come spesso avviene nei false flag) c’è anche una registrazione video, effettuata tranquillamente da un civile “cuor di leone”, nonostante i killer sparassero a vista. E poi il tipo di attentatao, dagli estremisti islamici ci saremmo più probabilmente aspettati un’operazione di martirio. I capi dell’ISIS hanno più volte invitato a effettuare attacchi kamikaze, che psicologicamente sono i più spaventosi. E invece i due attentatori non hanno subito neanche un graffio, proprio come un’azione delle forze speciali.

E poi c’è la più clamorosa delle contraddizioni. I due attentatori, incappucciati e con una tunica nera, fuggiti su una macchina e poi su un’altra. In assetto da guerra, con AK-47 e giubbotti antiproiettili. Due attentatori che in 5 minuti entrano e uccidono 12 persone come se niente fosse, che fanno? Lasciano la carta d’identità nella macchina? Questo sembra per lo meno assurdo.

Non sappiamo se questo attentato sia un false flag o no, ma sicuramente qualcosa non torna. Sicuramente molte forze politiche si rafforzeranno. Quelle al governo quando la paura aumenta diventano un porto sicuro per tutto il popolo, facendo passare in secondo piano le questioni economiche. Quelle estremiste all’opposizione, come Marine Le Pen in Francia e Salvini in Italia, moltiplicheranno i propri voti predicando l’odio per il diverso. Oltre a questa, l’altra sicurezza è molto più tragica, 12 persone innocenti sono state uccise in modo barbaro mentre gli assassini urlavano il nome di Dio.

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