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Quattro pazzi romani al Mongol Rally (VIDEO)

Di Camillo Ricchiardi – Prima cosa: raduna dei compagni di squadra, seconda: corrompi tua nonna per farti dare la macchina, terza: guida fino in Siberia. Questi i tre passi che bastano per affrontare la “piu’ grande avventura del mondo”, il Mongol Rally. Una gara d’altri tempi, durissima e lunghissima, che ha il suo fascino maggiore nell’unica regola che impone: non si possono usare macchine con più di 1000 di cilindrata, e non per fare 200 chilometri, ma 13000.

Semplicemente devi farti dall’Inghilterra alla Siberia con una carretta minuscola, senza aiuti, senza check point, senza percorso, senza regole, e tutto per beneficenza. Lunga quanto la Parigi-Dakar, ma senza deserto e senza alcuna organizzazione, questo è il Mongol Rally. Ma chi te lo fa fare? Verrebbe da dire, rischi la vita,non vinci niente e ci rimetti pure. Beh, quattro pazzi sclerati romani hanno deciso di farlo, partiranno il 19 luglio da Roma (si può scegliere di partire dalla propria città), e tre settimane dopo, se saranno ancora vivi, porteranno a compimento uno dei viaggi più grandi di un’intera generazione, uno di quelli alla Kerouac o alla Magellano per capirci. E per la loro impresa hanno scelto un nome importante per portare l’orgoglio romano fino in Russia: SPQRally.

Questi quattro fulminati partiranno probabilmente con una Panda, non 4×4 perche’ e’ vietato, e si faranno ben 9000 chilometri per arrivare a Ulàn-Udè, una cittadina siberiana che manco c’è su Wikipedia in italiano. Il tutto per beneficenza, già, perché solo per partire bisogna versare 1000 sterline a The Adventurist, l’associazione organizzatrice, che li devolve per l’ambiente. E anche alla fine, la povera Panda ormai stremata verrà messa all’asta, sempre per beneficenza.

SPQRally sarà anche il nome del documentario che i quattro gireranno sulla loro impresa folle. Vi immaginate quattro trentenni abituati all’aperitivo a Ponte Milvio o a una bevuta a Campo de’ Fiori farsi 12500 chilometri su una Panda fino in Siberia? Cosa ne può uscire fuori? Scene esilaranti, pazzie di gruppo, risse, momenti di follia, altro che Isola dei Famosi.

“Stavamo cazzeggiando su internet e abbiamo saputo dell’esistenza di questa gara. Appena scoperto il passo è stato automatico, 10 minuti dopo avevamo deciso di partire. E poi ci siamo detti: non possiamo non filmare tutto”. Questo il racconto eccitato di uno dei quattro temerari.

Praticamente in tre settimane di viaggio in macchina arriveranno oltre l’India, oltre il Kazakistan, sopra la Cina, quasi in Giappone. Se arriveranno vivi (nel 2005 solo 18 squadre su 43 arrivarono alla fine), ne verra’ fuori un documentario epico. Proprio per l’occasione hanno deciso di aprire una casa di produzione, la Azimuth. E tramite i social network racconteranno in tempo reale i preparativi alla partenza e il viaggio stesso, per uno storytelling che avrà dell’incredibile.

Ora penserete che questi sono quattro figli di papa’ che al posto della Thailandia vogliono passare un’estate diversa da postare su Facebook, e invece proprio no. Al contrario, stanno cercando soldi e sponsor, e per questo hanno organizzato una super raccolta fondi su Indiegogo per racimolare il necessario per il viaggio. Un obiettivo di 10mila euro, e se non ci arrivano si prendono quello che c’è, perché non saranno di certo i soldi a fermarli.

E quello che raccoglieranno in più invece lo gireranno in beneficenza a un’associazione romana che sceglieranno nei prossimi mesi insieme ai donatori. Sempre se il fund raising tra sponsor, aziende e utenti singoli andrà a buon fine. Quindi vedete un po’ di fare ‘sta donazione va. Guardare quattro romani che si mandano affanculo per strada, magari all’altezza di Celjabinsk, sulle pendici degli Urali, non ha prezzo.

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