Di Luigi Barral – Grab, letteralmente Grande Raccordo Anulare delle Bici. Una sola lettera in più rispetto all’anello più odiato di Roma, dove tanti romani passano le ore ogni giorno nel traffico, spostandosi lentamente e faticosamente sulle loro macchine. Solo una lettera in più, che però vuole cambiare l’essenza stessa del godersi una città unica al mondo. Per tutti, gli abitanti, i pendolari e i turisti, tutte categorie che sognano da anni un tour in bici per la città eterna.
Ma, a parte il nome, cos’è il Grab? È il progetto di un anello ciclopedonale di 44,2 km, tutto interno al territorio capitolino. In poco più di un’ora e praticamente senza incrociare automobili, porta chi pedala dalla periferia al centro, da est a ovest (da Montesacro all’Isola Tiberina ad esempio) o da nord a sud (dalla Salaria alla Piramide). Può sembrare un’opera mastodontica e di difficile realizzazione; in realtà, si presenta come un’infrastruttura leggera, ad alta redditività economica e assolutamente low cost. Anche perché, del tragitto individuato, l’80,3% è già pronto e pedalabile in tutta sicurezza.
Il percorso individuato, infatti, tutto pianeggiante, si snoda principalmente lungo vie pedonali e ciclabili, parchi, aree verdi e argini fluviali (31,9 km, il 72,2% del tracciato). Altri 3,6 km (l’8,1%) si sviluppano su marciapiedi che possono facilmente accogliere una ciclabile. Il Grab è un moderno Grand Tour che da una strada di 2300 anni fa, l’Appia Antica, arriva alle architetture contemporanee del Maxxi di Zaha Hadid e alla street art del Quadraro e di Torpignattara unendo tra loro Colosseo, Circo Massimo, Caracalla, San Pietro e Vaticano, Gnam, parchi e paesaggi agrari eccezionali e inaspettati (Caffarella e Acquedotti), ville storiche (Villa Ada, Villa Borghese, Villa Gordiani), i percorsi fluviali di Tevere, Aniene e Almone incrociando in più punti diverse stazioni ferroviarie, le linee A e B della metropolitana e anche la futura linea C.
Marino ha appoggiato l’idea: “Giusto cambiare la mobilità urbana in modo sostenibile. Ottima l’idea di un’infrastruttura leggera, con un tracciato di 44,2 km che si snoda all’interno di Roma, da poter percorrere in bicicletta o a piedi. Una greenway, la più lunga e la più antica del mondo, che attraversa parchi, aree verdi e piste ciclabili e che porterà benefici all’ambiente e alla salute, migliorando la qualità dell’aria e quindi la vita dei cittadini”. Dal 55esimo posto tra le città più ciclabili d’Italia: con la pista urbana più lunga del mondo, Roma si candiderebbe con forza a diventare uno dei poli di attrazione principali per tutti gli amanti del cicloturismo.