Di Francesco Cianfarani – Giacomo, Filippo, Tommaso e Giovanni hanno deciso: oggi giornata Singita. Si sono organizzati ieri sera, quando durante l’aperitivo da Jarro hanno stabilito: “domani ci schieriamo al mare”.
Si vedono a Piazza Giochi alle 10, si va con la macchina di Filippo, il Cayenne del padre, che è in vacanza in Sardegna. Arrivano all’appuntamento che sembrano al servizio militare, tutti uguali: costume monocolore Ralph Lauren, maglietta che contrasta il colore del costume, occhiali specchiati e mocassini, rigorosamente senza calzini e rigorosamente Timberland originali. Tutti e quattro con lo zainetto piccolo Eastpak, per metterci asciugamano (comprato a Ibiza), maglietta di ricambio, infradito Hawaianas e Marlboro Light.
Sono pronti per partire alla volta di Fregene, ma prima la fermata di rito al giornalaio, per un must delle giornate di Roma Nord al mare: il Corriere dello Sport, di cui leggeranno solo i titoli. Alle 10:20 sono già sull’Aurelia, Filippo tira il Cayenne a 150 all’ora, sti cazzi dell’autovelox tanto “papà c’ha la targa tedesca”. Nel viaggio a un certo punto Giacomo prende il cellulare e fa: “regà, selfie”, dopo due minuti stanno su Facebook con il titolo #roadtoSingita, non superano i 18 like. Nel frattempo sono arrivati, parcheggiano infondo al villaggio dei pescatori, 5 euro al parcheggiatore abusivo e 10 di strisce blu, ovviamente paga Filippo, il proprietario della macchina, perchè i pariolini non dividono niente.
Entrano al Singita e si piazzano su quattro lettini, pagati profumatamente 7 euro l’uno, si spalmano la crema Roche-Posay rubata alle sorelle e si accasciano sul lettino. Dopo poco Tommaso va al bar, a prendere una cosa che non può mai mancare in una giornata al mare dei pariolini: la cocacolina. Ne prende 4, ghiacciate, per la felicità degli amici e della loro pariolinaggine. Per le tre ore successive, a turno, non fanno altro che lamentarsi di tutto: del caldo, del prezzo del lettino (che pagà il papà), della mancanza di fica e del mercato di Sabatini, senza mai distogliere lo sguardo dall’Iphone 6.
E proprio quando sembrava una giornata tranquilla, dopo due ore di relax arriva l’incubo, il momento più brutto e più temuto dai pariolini al mare: l’ape. Filippo sente il ronzio, apre gli occhi e vede l’ape a distanza pericolosa (3 metri), a quel punto si alza di scatto e inizia a correre, e con lui gli altri tre amici. In un secondo sono tutti giù dal lettino, come un gruppo di piccioni che si alzano tutti in volo insieme quando gli corri incontro. Dopo questa scena, avendo perso le poche possibilità che avevano di scopare, decidono di andarsene, anche perché “ormai l’aperitivo al Singita è da bori”.