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Che vuol dire Cin Cin?

Di Alessandro Martini – Il brindisi, una delle cose più belle che la vita è in grado di regalarci. Un gesto che esiste dagli antichi romani e che ancora è sacro. Il termine deriva dallo spagnolo dallo spagnolo “brindis”, che a sua volta si riferisce al modo di dire “bring dir’s” (lo porto verso di te, il bicchiere) utilizzato durante i banchetti in Germania.

Durante l’Impero romano le persone già brindavano, in quell’epoca gli avvelenamenti erano all’ordine del giorno come strumento per eliminare i nemici scomodi, far toccare i bicchieri tra loro durante un banchetto faceva sì che un po’ di vino passasse da un bicchiere all’altro. Così si sanciva vera amicizia e si scongiurava il rischio di omicidi per avvelenamento.

Oggi ci sono mille piccole usanze e tradizioni attorno al brindisi. Molti sbattono il bicchiere sul tavolo prima di berlo. C’è chi dice che se si brinda con bicchieri di plastica non bisogna farli toccare ma si toccano solo le mani. Oppure non si può brindare con una bevanda non alcolica. Anche le usanze da paese a paese cambiano: in Spagna, per esempio, per poter essere un brindisi perfetto è necessario attuare una coreografia precisa di mani e braccia che si attorcigliano tenendo il bicchiere in mano.

Un tempo la frase di accompagnamento al brindisi era “Prosit”, che viene dalla lingua latina (verbo prodesse, “giovare”, terza persona singolare del congiuntivo presente), che letteralmente significa: “sia di giovamento”. Una formula usata anche in Chiesa quando il sacerdote terminava la Messa. Adesso si dice “Cin cin”, un detto di origine cinese, precisamente degli abitanti della costa di Canton, che venne poi introdotto dai marinai europei nel nostro continente. Il termine originale è “ch’ing ch’ing” (prego, prego) poi tramutato in “chin chin” in età vittoriana. Il termine è stato subito ben accolto nella lingua italiana perché onomatopeico: riporta immediatamente al suono dei calici o bicchieri che tintinnano tra loro.

Nella lingua cinese in uso oggi “ch’ing ch’ing” significa “bacio”: come il bacio dei bicchieri. Ma non in tutti i paesi del mondo è così, in Giappone per esempio “Cin cin” vuol dire “piccolo pisello”, quindi meglio non dirlo. In Inghilterra si dice il classico “Cheers”, in Albania “Gezuar”, in Brasile “Cin cin saude”, in Francia “Santè!”. A Roma “Alla salute!”.

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