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La giornata di Chiara Ferragni

Un po’ di tempo fa è uscito su Elle un articolo in cui Chiara Ferragni la sua giornata. Giusto così, per far morire d’invidia qualche milione di pischelle sparse per il mondo. Ci uniamo all’intento.

Il buongiorno di una fashion blogger

8.30 Il mio lavoro non ha routine. Mi piace per questo, anche se a volte è destabilizzante. Vivo a Los Angeles e vengo regolarmente a Milano. Vado spesso a New York, Parigi, Londra. In Italia faccio spesso le tre di notte e mi sveglio alle 9.30. Nei dieci giorni che mi fermo concentro tutto: eventi, foto, amici, famiglia. Non riesco mai ad andare a letto presto. Domenica scorsa ho dormito undici ore di seguito: non succedeva da anni. A Los Angeles, faccio una vita più regolare. Tutto finisce prima: a mezzanotte e mezza sono a nanna. Se ho tempo, inizio la giornata con una corsetta al reservoir, un lago artificiale vicino a Silverlake, dove vivo. Vorrei provare lo yoga: devo capire perché piace tanto ai miei amici. Los Angeles ha un lifestyle cosi rilassante che rischi di perderti, ma se sei europea e motivata riesci a prendere il meglio: c’è sempre il sole, ordini da mangiare a tutte le ore, vivi all’aperto…

La colazione di Chiara Ferragni

8.45 Colazione. Granola con latte o yogurt. Bevo tantissima acqua, ho sempre una bottiglia con me. 9.15. Mentre mi preparo ascolto la musica, ora è il momento Coldplay. Di solito, ho già un’idea di cosa mettermi. Guardo il tempo e decido. Adoro il casual ma dev’essere casual con “quel” dettaglio che fa la differenza. Oggi, il dettaglio sono queste zeppe di Marni in neoprene. Adoro shorts e camicia, il must have dell’estate.

A spasso con Matilda

9.40 Porto fuori Matilda la mia cagnolina. L’ho presa quattro anni fa con Ricky (Riccardo Pozzoli, suo socio), all’epoca eravamo fidanzati, ora siamo solo amici e business partner. Mati ha un carattere bellissimo e molta personalità, vuole bene a tutti, è dolcissima. A giugno l’ho portata finalmente a Los Angeles con me. È un bulldog francese, una razza molto delicata e purtroppo ha il morbo di Chron, un’infiammazione cronica dell’intestino: può mangiare solo lonza di maiale con la polenta e i finocchi bolliti. L’estate scorsa ci ha fatto spaventare, stava male e nessuno capiva cosa avesse: da 14 chili era scesa a 10. Mi sono trasferita a Los Angeles per amore ma ci andavo spesso per lavoro negli ultimi due o tre anni. Lui si chiama Andrew (Arthur, fotografo). È bello cucinare insieme per Mati e farla giocare nel giardinetto che abbiamo sul retro della nostra casa. Fare la “mamma” mi piace! Bambini veri? Fra qualche anno… Lo scorso weekend l’ho portata a Palm Springs da amici e si è divertita un sacco: adora nuotare. E farsi coccolare, profumare…

La squadra di Chiara Ferragni

Torno in Italia ogni mese e mezzo, la mia squadra è a Milano: in tutto siamo 16, lavoriamo in grandi stanze comunicanti con tavoli lunghissimi. Alessio, che è general manager, viaggia con me per i progetti importanti, se devo fare uno shooting mi segue Greg che è il fotografo ufficiale, oppure Martina che è preziosa perché fa mille cose: assiste tutti, produce contenuti editoriali e si ricorda le cose che mi dimentico io. Sono in contatto con tutti loro ogni giorno via whattsup (WhatsApp). Per le cose importanti, c’è Face Time. Il team asseconda il mio istinto del momento. Decidiamo ogni semestre su quali mercati puntare e le storie che vogliamo raccontare ma spesso ci sono cambi di programma perchè sento che è più giusto fare un’altra cosa… Lo stesso vale per l’agenda: è programmata sui due mesi ma con elasticità, per gli imprevisti e le sorprese dell’ultimo minuto…

Il vintage, le scarpe di Prada, la maglietta di Bon Jovi…

10.00 A volte vado dalla parrucchiera, la piega mi dura un paio di giorni, il terzo mi pasticcio i capelli, mi piacciono “incasinati”. D’estate spesso li tengo naturali. 10.30. Se sono a Milano vado in ufficio, a L.A. lavoro da casa. Le mie giornate non sono mai uguali: appuntamenti, interviste, shooting, scatti per Instagram quasi ogni giorno… Per il sito coordino, scrivo articoli e approvo il resto. Poi delego a Francesca, che è la fashion editor. Fino a 8 mesi fa firmavo solo io, adesso che The Blonde Salad sta diventando un lifestyle magazine scrivono un po’ tutti e tutti fanno proposte. Dopo un mesetto di relax a L.A., mi aspettano tantissimi nuovi progetti ma soprattutto la mia collezione di scarpe, Chiara Ferragni, che sta crescendo… Il mio cervello non si ferma mai, però essendo la  capa di me stessa riesco a ritagliarmi degli spazi solo miei. E vado ai mercatini dell’usato, come Fairfax. Adoro il vintage. Ora sto cercando  delle scarpe Prada del 2012 con la bocca e la sigaretta e quelle con la zeppa ispirata alle macchine d’epoca… Ai tempi erano una spesa troppo importante e quando poi ho deciso di comprarle non le ho piu trovate. Mi piacciono i pezzi iconici di collezioni passate mixati a capi piu recenti o a cose che ho solo io, scovate nei negozi del vintage cheap, come le giacche senza marca che compro a 20 dollari. In Europa c’è più vintage di ricerca, a L.A. vado su Melrose Avenue, da Jet Rag dove trovo anche le T-shirt dei vecchi concerti. Ho la maglietta  del concerto di Bon Jovi del 1987, il mio anno di nascita, con scritto 1987 grande dietro, difficilissima da trovare: l’ho pagata 150 dollari.

Chiara Ferragni alle sfilate

13.30 A Milano chiamiamo un catering supersano e mangiamo tutti insieme. Mi piacciono i legumi, il farro, il cous cous, la carne banca. Carboidrati solo a pranzo, in Italia quasi tutti i giorni. La pizza almeno una volta la settimana. Adoro quella con tonno e cipolle ma la mangio solo se non c’è il mio fidanzato, altrimenti bufalina. A Milano mi appesantisco di più, mentre a Los Angeles è più facile mangiare leggero: mi piacciono i locali vegani dove fanno le ciotolone di insalata con mix di ingredienti buonissimi, tipo fagioli, quinoa e avocado. Superenergetiche e poco caloriche. L’hamburger al massimo una volta alla settimana. Se è periodo di sfilate cerco comunque di non saltare, altrimenti mi innervosisco. Odio mangiare di fretta e in piedi, piuttosto pranzo alle tre del pomeriggio. Non sono brava in cucina ma adoro il cibo fatto in casa e soprattutto apprezzo molto che qualcuno lo  cucini per me: fatto dalla mamma o da un’amica tutto ha un sapore diverso.  Dopo le sfilate non vedo l’ora di infilarmi le scarpe basse e i miei jeans preferiti, dei Levi’s strappatissimi che ho appena fatto cucire perché si erano rotti… sul didietro: decisamente troppo sexy. Durante le sfilate invernali, torno a casa e mi scaldo con il maglione più morbido che ho. Specialmente a New York, con – 15, qualsiasi cosa mi metta ho freddo. Ogni tanto prendo Emergency, un concentrato di vitamina C.

La beauty routine di Chiara Ferragni

15.00 Una volta al mese, a L.A., vado da una signora che ha una piccola spa nella mia zona, si chiama Heather e fa dei facial molto rilassanti. Se sono a Milano faccio un giro in centro, mi piace chiacchierare con le fan. In genere rimangono stupite dalla mia gentilezza. Non so perché ma mi immaginano odiosa.  16.30 Mi preparo per i servizi fotografici del sito. Non ho mai imparato a truccarmi gli occhi. Nikki è la mia make up artist preferita, mi conosce bene e  mi fa un trucco molto naturale. Non ho un incarnato perfetto, se sono sotto stress compare subito un brufolo. Uso l’olio Juno di Sunday Riley: è fantastico come ammorbidisce la mia pelle tendente al secco. E poi metto la Magic Cream di Charlotte Tilbury. Adoro l’effetto dewy, fresco e idratato, del fondotinta di Koh Gen Dio, un brand giapponese che ho scoperto in America.  Se ho gli occhi stanchi metto una goccia di collirio leggero che toglie il rossore e mi spruzzo in faccia lo spray alle rose di Fresh: ce l’ho sempre in borsa, mi dà un’idea di freschezza. A Los Angeles ho una cabina armadio stupenda, funzionale. Ogni volta che torno a Milano riparto con le valigie piene: porto solo i capi più iconici e quelli casual da mixare. Non sono certo minimal ma faccio regolarmente una selezione. Questo maglione di Forever 21 col mostriciattolo l’ho pagato 25 dollari due anni fa, poi magari ne regalo uno costosissimo perché so che non lo metterò mai.  L’ossessione fashion del momento sono le zeppe. Mi regalano tanto ma compro anche. Non ho mai sofferto di shopping compulsivo. Mi tolgo lo sfizio per un capo iconico, la scarpa bassa che metterò tanto, la borsa dei sogni. I designer li acquisto solo in Europa. Negli Stati Uniti non conviene. Posto solo quello che mi piace. E regalo tanto: alle mie due sorelle, alle amiche, alle ragazze che lavorano con me…

L’armadio della top fashion blogger

Nell’armadio ci sono maglioni, T-shirt basic, crop- top e camicie ordinate per gradazione. Cappotti- pochissimi- giacche in pelle -che adoro -jeans larghi, jeans stretti… Molte cose sono appese. Sono una maniaca delle liste. Ne faccio per ogni stagione. “Tutte le borse che ho catalogate per colore”, “Le scarpe che metto di più”, “I look che vorrei indossare alle sfilate”, “Le cose da mettere in valigia sempre” (gli irrinunciabili sono: la giacca di pelle, il  blazer nero, la camicia bianca, il pantalone a sigaretta, i tre jeans preferiti, la varsity jacket di Opening Ceremony che è il mio passe partout). Mi piace tutto ciò che ha uno stile retro-vintage, mi piacciono i look un po’ timeless. Adoro i Levi’s degli anni ‘80, colleziono Converse particolari. Jane Birkin è il mio modello di stile: è come vorrei essere io. Quell’allure, quell’effortlessly chic. Mi piacciono Kate Moss, Carine Roitfeld e Caroline De Maigret. Mia mamma è stata la più grande ispirazione: amava cappelli, blazer e sciarpe. Ora si veste in total black e ruba lei consigli a me. Mi piacciono alcuni look delle modelle fuori dalle sfilate, quel casual con l’attitude giusta. L’ispirazione sono i viaggi, le persone per strada. Assimilo velocemente da chi mi piace, anche il modo di parlare: sono un mix di tutte le persone che ho conosciuto con la mia personalità che fa da collante. Faccio continuamente screenshot su Instagram altrimenti prendo appunti sul Black Berry che è il cellulare da stalker, ormai lo uso solo per le note.

Le foto per The Blonde Salad

18.00 È l’ora migliore per le foto, poco prima del tramonto, la cosiddetta golden hour. Con Andrew sperimento ma cerco di non legare più vita privata e lavorativa. Mi è andata bene con Ricky, non voglio rischiare… 20.00 Se sono a L.A. è l’ora delle telefonare in Italia. Mamma, papà, sorelle, amici…20.30 Ceno spesso fuori.  A Los Angeles la mia top 3 è: Café Gratitude- bio e ecosostenibile- Gracias Madre- cucina organica messicana a chilometro zero e Joan’s on Third dove i tavoli sono in comune, molto divertente. Se ho un evento spesso mi prestano i vestiti: Versace, Ferretti, Vuitton… Nel mio armadio ho solo qualche abito da sera in pizzo nero, un passe partout. E alcuni bianchi per le serate con gli amici.

Le  liste di Chiara

Se sono a casa guardo film o serie tv. Ora sono in pieno revival Friends, una delle migliori in assoluto. Faccio tardi sui siti preferiti: net-a-porter, mytheresa, farfetch. Vedo cosa è arrivato, magari acquisto la notte, controllo l’instagram degli amici, i tumblir [Tumblr) che mi piacciono, scrivo le mie liste. Ho un’agenda piena. Per esempio, le cose che vorrei fare entro l’anno. Le ho spuntate quasi tutte. Ufficio nuovo, casa a Los Angeles, tante belle copertine… Ma devo ancora imparare a diventare più paziente. Non posso pretendere che tutti abbiano i miei ritmi. Sono decisamente too much. Se riuscissi a calmarmi vivrei meglio anch’io. Vorrei fare un bel viaggio, da quando vivo a L.A. sono diventata più sedentaria. Ho avuto la fortuna di viaggiare tanto. Lo devo ai miei genitori. Che mi aiutavano volentieri per vacanze e studi. Ma se volevo il bauletto di Vuitton me lo dovevo pagare da sola. Ho fatto la modella e sono andata persino a cimare i campi a Pizzighettone. Il giorno che ho preso la metropolitana coi miei 400 euro per andarmelo a comprare mi hanno rubato il portafogli. E ho rimandato a Natale. L’ho proprio desiderata tanto la mia prima Speedy…

Buonanotte Chiara

00.00 Se fa caldissimo vado a letto in slip e canotta. Altrimenti pigiama classici a righe. Cleanser, olio e crema di Fresh. Un libro di Chuck Palahniuk. E le mie liste. L’India, Bali…

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