Sgomberato e sigillato. Così, in via Levanna, traversa della Nomentana vicino piazza Sempione, si presenta ora il “Brancaleone”, per tutti i romani “il Branca”. Lo storico centro sociale nato nel Novanta dall’occupazione di uno spazio comunale è chiuso da stamattina dalle forze dell’ordine e dai vigili urbani dopo essere finito nel mirino della magistratura che ne ha chiesto il sequestro per occupazione abusiva. L’allarme, diffusosi in mattinata tra gli attivisti, è stato poi confermato.
Sullo spazio erano già state avviate verifiche nell’ambito dei controlli sugli spazi pubblici in concessione dopo la delibera 140 del 2015 della giunta Marino, andati avanti senza sosta durante le amministrazioni Tronca e Raggi. Qui, al Brancaleone, la concessione sarebbe scaduta da qualche anno: “Circa quattro – raccontano gli attivisti – abbiamo fatto richiesta per rinnovarla ma dal Comune nulla”. Dell’affitto, di circa 1300 euro, però continuavano ad arrivare i bollettini e l’importo veniva tuttora versato almeno per metà: “Per il resto abbiamo provato a ottenere il riconoscimento dei lavori fondamentali e economicamente importanti di messa in sicurezza e recupero dello stabile abbandonato, ma anche qui nulla”. Ora le richieste del Comune, dopo la delibera, sono schizzate alle stelle, calcolate sui prezzi di mercato. “E il Brancaleone dovrebbe versare circa 370mila euro di arretrati” raccontano ancora da via Levanna.
Salva dai sigilli, che riguardano una palazzina di tre piani e una ex scuola, solo la main room, la stanza usata in sostanza come discoteca, una delle attività principali del Brancaleone da diversi anni a questa parte. Il centro sociale, che aveva perso nel tempo la sua impronta propriamente politica per trasformarsi in un luogo di ritrovo per i giovani la sera, ospitava anche cineforum, una sala chill out e alcune attività.
Secondo l’agenzia Dire, tra le irregolarità riscontrate, sarebbe stato trovato un allaccio all’energia elettrica non autorizzato. Si potrebbe trattare però di un contatore assente perché rimosso in precedenza. Durante le operazioni una persona è stata fermata per resistenza a pubblico ufficiale, portata in commissariato e poi rilasciata.
“Ancora uno sgombero a Roma nei confronti di una realtà culturale e sociale che da sempre rappresenta un punto di riferimento per la città. Si sta prefigurando uno scenario inquietante. Sono ormai decine le realtà che operano in ambito culturale e sociale sgomberate o che rischiano lo sfratto nei prossimi giorni. Per quelle colpite dalla 140 presenteremo in Assemblea capitolina, nel corso della discussione sul bilancio capitolino, un ordine del giorno per chiedere una sospensione degli sfratti in attesa di un regolamento per l’uso sociale del patrimonio capitolino. Vi è poi un tema più generale di tutela delle esperienze culturali e sociali che sono parte fondamentale del welfare cittadino.”, dichiara Stefano Fassina consigliere capitolino di Sinistra x Roma.
Fonte: Repubblica