Di Bruno Cortona – Ieri è uscito sull’Espresso un articoletto molto interessante di un tale Raffaele Simone, giornalista e scrittore pugliese, e grande influencer con i suoi 42 follower su Twitter, che invitava per una serie di motivi a spostare la capitale da Roma a Milano. Volevamo dire qualcosina a lui e a chi la pensa come lui.
Innanzitutto al dottor Simone diciamo “prego”, visto che lo ospitiamo nella terza università di Roma a insegnare Linguistica. E poi invitiamo lui e tutti i suoi proseliti a non dire eresie, Milano non potrà mai essere capitale, ci dispiace molto, e vi spieghiamo il perché.
Le ragioni che adducono i “simoniani” sono molteplici, innanzitutto si inizia con una domanda: “Roma è necessaria all’Italia?”, cari filomilanesi se l’Italia non avesse Roma sarebbe un qualsiasi Belgio, Austria, Portogallo, con città e paesaggi molto belli da visitare ma senza una regina, perché di regina culturale, sociale, antropologica, storica, religiosa, artistica Roma si tratta. Senza una capitale appunto, che in italiano significa principale, essenziale.
Tra gli altri motivi si aggiunge la bieca statistica delle inutili classifiche che ogni anno si stilano sulle “città più vivibili” o sulla “qualità della vita”, nelle quali Roma è molto in basso e Milano in alto. Allora perché non spostare la capitale ad Aosta che è sempre in testa a queste classifiche? Perché non Belluno dove si vive benissimo, o Sondrio che è sempre tra le prime 10 d’Italia? Lì sicuramente l’immondizia per strada non c’è e gli autobus arrivano in orario. Ma non sono i cassonetti o gli autobus a fare una capitale, e chi ci vive lo sa.
L’analisi continua con il più ridicolo di tutti i paragoni, Simone nella sua detrazione riesce a mettere in mezzo LE DECORAZIONI NATALIZIE, il famoso albero di Natale di Roma e quello di Milano a confronto, come se fosse un indicatore di progresso e civiltà. L’albero di Natale di Manila, nelle Filippine, è bellissimo e molto meglio di quello di Milano, eppure non è proprio una nazione prospera e in cui tutto fila liscio, si sta pensando addirittura di ripristinare la pena di morte.
Poi l’articolo inizia ad attaccare tutti i luoghi comuni classici, dalla pulizia alle buche, dai trasporti al traffico. Si, è vero che Roma è carente in questi settori, è vero che l’incuria della città si respira in ogni angolo, ma la capitale è più di questo. La capitale è una guida spirituale, è un esempio di interazione tra diverse culture, è la convivenza con turisti di tutto il mondo, con i burocrati, con le pubbliche amministrazioni, con le ambasciate, Roma è un vecchio saggio che si, ha delle rughe sul corpo, ma con il suo carisma e la sua esperienza è in grado di insegnare, anche dai suoi errori.
Poi si parla di “tipi inquietanti”, di “mariuoli in trasferta”, ma non si comprende che i personaggi strambi sono una delle risorse di Roma, se vieni da Milano cambi strada e chiami la polizia, se sei romano ci vai e bere insieme. Roma non è e non sarà mai europea, perché Roma l’ha fondata l’Europa, non ne può fare parte.
La cosa più grave però è la favola della mancanza di musica e creatività urbana, niente di più falso. Simone dovrebbe farsi un giro a San Lorenzo, dove c’è musica in ogni angolo, al Pigneto, nei centri sociali, nei piccoli teatri, nei club dove suonano i dj di mezzo mondo. E anche la street art è in pieno fermento negli ultimi anni, i migliori writer italiani ed europei ormai fanno di Roma una tappa obbligata. Roma è piena di nuovi artisti giovani che spesso vanno a finire nel panorama nazionale, ma forse Simone si ascolta ancora Claudio Villa.
Poi l’articolo si aggrappa alla mancanza di bike sharing, non capendo che non essendo una vallata di cemento come Milano per i romani è difficile pedalare in una città che è tutta un sali e scendi di storia, ma nonostante questo si vedono molte più bici in giro negli ultimi anni.
Alla fine Simone ci fa una filippica anche sulla mancanza di cultura ed entertainment provocandoci una risata, si scorda del Maxxi, del Macro, dell’ex Caserma, del Chiostro del Bramante, le Scuderie del Quirinale, il Vittoriano, la GNAM, il Palazzo delle Esposizioni e di centinaia di altri poli culturali che neanche i romani hanno visitato tutti, sembra che questo Simone a Roma non ci sia mai stato, forse arriva fa lezione a Roma Tre e se ne va, o forse non c’è mai stato davvero.
Per questo vogliamo concludere la nostra risposta con un invito, invitarlo a vivere Roma da romano per qualche giorno, lo aspettiamo, lo ospitiamo noi. Poi ne riparliamo di quale dev’essere la capitale.
P.S.
E non abbiamo parlato del clima, del Papa, dei sampietrini, della gentilezza dei romani, dei posti fermi nel tempo, delle chiese, dei parchi, di Alberto Sordi, del tramonto. Non volevamo essere troppo cattivi.