E’ stato amaro il risveglio della capitale in questa domenica 8 luglio, se n’è andato infatti, per colpa di una malattia, il registra Carlo Vanzina. Aveva 67 anni e insieme a suo fratello Enrico, entrambi figli di Steno, avevano raccontato in chiave ironica la capitale (e non solo) in tutte le sue sfaccettature.
Era nato proprio a Roma nel 1951, il 13 marzo, non ha mai abbandonato la sua città, dagli studi che ha fatto allo Chateaubriand fino ad oggi, dove ha sempre vissuto con la sua famiglia, le sue tre mogli e due figlie: Assia e Isotta, che fa l’attrice. A Roma ha anche sempre lavorato, i suoi film sono ambientati a Roma, negli angoli speciali, o nel litorale romano, nel posto che preferiva: Fregene. “Sapore di mare” per esempio, uno dei suoi primi successi, è ambientato proprio a Fregene, dove col fratello andavano da piccoli a trascorrere l’estate.
Ci lascia dei film che rimarranno indissolubilmente legati alla storia di Roma, dei romani e della romanità. Con i suoi personaggi tipici, ironici, romanissimi. A iniziare dal cult “Febbre da Cavallo – La Mandrakata” con Gigi Proietti ed Enrico Montesano. “Il ritorno del Monnezza” con Claudio Amendola, ma anche film in cui la romanità esce fuori in altri posti come il primo indimenticabile “Vacanze di Natale” o “Selvaggi”. Nel 2007 fece uscire il film “Piper”, come lo storico locale di via Tagliamento. Proprio vicino a casa sua, ai Parioli, dove ogni mattina amava passeggiare a villa Borghese con i suoi cani.
Godersi quella Roma esclusiva della mattina presto, con l’aria unica, il verde, i pochi rumori e le poche persone. La Roma veramente esclusiva, molto più di quella dei salotti, che infatti frequentava poco. La perdita di Carlo Vanzina è un colpo al cuore, un personaggio che ci mancherà per la sua riservatezza e il suo essere schivo, cosa sempre più rara e simbolo di raffinatezza ed eleganza culturale, cose sempre più uniche a Roma. Ma più di questo ci mancherà la sua arte, quella commedia leggera che metteva Roma al centro e la raccontava con uno stile scanzonato e spensierato, proprio come i romani. Carlo Vanzina per Roma era un vanto, e lo sarà per sempre.