Dieci anni fa era impossibile trovare una Menabrea in un pub. La Chouffe era per pochi eletti, reduci da viaggi in Belgio. Al supermercato era difficile trovare un Beck’s. La Moretti Rossa e la Peroni Gran Riserva non erano ancora nei business plan delle aziende. Per fare una serata a base di birra con gli amici si optava per la Nastro Azzurro o per la Peroni, a fine mese per la Dreher. Poi, a un certo punto, è cambiato tutto. E’ arrivato il boom della birra artigianale in Italia. Un boom che ha Roma come capitale indiscussa.
Roma capitale, Milano succursale.
Di tutto, anche della birra. Roma caput mundi, ma anche caput birrae. A Milano avranno anche le prime aperture delle grandi multinazionali: è arrivato prima H&M, è arrivato prima Gap, adesso è arrivato anche Starbucks, in un panorama che, sempre di più, sembra quello piatto e globalizzato delle città europee. A Roma invece sono arrivate prima i grandi locali di birra, da Birra del Borgo a Brew Dog, e adesso, udite udite, anche il Delirium. Dulcis in fundo infatti giovedi’ 27 ha aperto anche il Delirum Cafe’, grande novità in una città in cui per portare una pischella fuori non si va a fare l’apericena, non si sceglie il vestito, si sceglie la birra: una double ipa per le più sportive, una Blanche per le più parioline, una “pils” per le aristofreak.
Prima poteva essere una “poverata” portarla a bere una birra artigianale, c’erano solo i beershop per bere su una panchina in un bicchiere di plastica in mezzo ai 16enni. Sono i teenager ad aver portato la moda della birra, in particolare l’Off License del mitico Johnny, ma ormai è salita di livello in locali di tendenza, senza 16enni perché non c’è la bottiglia da 3 euro e 50 ma spine da 6 euro. A iniziare fu il 4:20, antesignano dei locali “fichetti” di birra artigianale.
Se Roma c’avesse il porto Napoli sarebbe n’orto.
E se Milano piange, Napoli non ride. Nella città partenopea c’è una grande cultura di speakeasy e locali notturni, ma la birra è ancora ferma alla Ceres, ormai talmente inserita nella cultura che hanno tradotto cambiando l’accento pronunciandola Cerès.
Da pochi giorni Roma ha sferrato il colpo di grazia alle altre città, con un evento tra i più interessanti dell’anno nel panorama della birra nazionale. Il 27 settembre infatti c’è stata la grande inaugurazione del primo Delirium Cafe’ d’Italia. In via San Francesco a Ripa 164 sorge infatti il tempio della Delirium, la birra belga pluripremiata migliore al mondo. Avete presente la birra con l’elefantino rosa? Ecco, proprio quella. Un evento che è stato un must per tutti gli appassionati del genere e un locale, con oltre 120 tipi di birre diversi, che si candida a vero e proprio luogo di pellegrinaggio per tutta Europa, ma anche per i romani che hanno aspettato con ansia l’apertura.
Il Delirium ha aperto nel cuore di Trastevere, è un vero e proprio tempio della birra, l’attesa di curiosi e appassionati è stata spasmodica, Roma ha messo la ciliegina sulla torta a una rivoluzione arrivata al suo apice e minando il primato di Bruxelles. Se prima le altre città inseguivano, dal 27 settembre Roma ha dato una staccata decisiva.