Lo Spring Beer Festival è la manifestazione romana di punta nel mondo delle birre artigianali, 4 giorni, centinaia di birre, migliaia di partecipanti, ma a volte alcuni motivi per andare vanno ribaditi.
10. E’ il festival romano delle birre artigianali
E qui ci sta un po’ di patriottismo: un posto enorme, una location d’eccezione che ci invidiano da tutta Italia. Tantissimi romani che sono lì per divertirsi, bere birra, ballare mangiare etc. Un festival organizzato da romani per romani. Ma tranquilli, sono accettati anche i milanesi (pure quelli imbruttiti).
9. Dopo una certa ora la birra la spilla chiunque
Abbiamo pochi ricordi dello Spring Beer Festival dell’anno scorso, per ovvi motivi, ma un ricordo rimarrà per sempre indelebile: avevamo finito i gettoni e avevamo ancora una sete inestinguibile. Uno dei mastri birrai dietro al bancone ci ha guardato e ha detto: “Spillatela da solo”. Anche se non sappiamo come si chiama, è ancora il nostro idolo.
8. E’ la cosa migliore da fare a Roma
Testaccio è un quartiere particolare, c’è sempre tantissima gente in tanti locali che, soprattutto nel weekend, sono strapieni di gente. Fila per arrivare, fila per entrare, fila al guardaroba, fila per prendere i cocktail, fila per il bagno, fila ovunque. Volete mettere uscire dallo Spring Beer Festival tutti divertiti e rilassati, beccare la calca davanti ai locali di Testaccio con i nervi tesi e lo sguardo inferocito e offrirgli una birra?
7. Ci sono gli arrosticini più buoni d’Abruzzo
Il binomio birra-arrosticino è da sempre l’accoppiata perfetta. Si dice che la pecora mangi l’erba per creare gli arrosticini, così come il birraio trasformi l’acqua in birra. Potremmo parlare di miracolo della vita, un ciclo continuo che alterna arrosticini e birra in un moto perpetuo che un tempo aiutò a creare a Carpineto Sinello, sulle montagne abruzzesi, la prima macchine a combustione spontanea, un vero prodigio della pancia umana! Mentre i birrifici crescevano a vista d’occhio in Abruzzo, le pecore iniziarono a scarseggiare, così si pose fine al progetto, salvando le poche pecore che rimanevano. Le migliori furono impiegate per dar vita agli arrosticini Tornese, i più buoni d’Abruzzo. Che avrete la fortuna di trovare solo per questo weekend alla Città dell’Altra Economia a Testaccio! Provare per credere.
6. Ci sono 225 birre diverse
La leggenda narra che in uno Spring Beer Festival di qualche anno fa un aitante giovane riuscì a bere un bicchiere di tutte le birre che erano presenti al festival. Ma all’epoca erano molte di meno, adesso sono quasi 250: volete provare ad entrare nella leggenda? Vi aiuta il fatto che “so’ tutte bone”.
5. E’ gratis
In una città in cui ormai si paga anche l’aria che si respira, in cui nessuno regala nulla, poter accedere a un posto del genere senza dover pagare niente se non quello che uno beve o mangia è quasi un unicum. Se qualcuno, dubitiamo che esistano, volesse farsi un giro, una passeggiata, dare un’occhiata o semplicemente andare a incontrare persone, senza bere, può farlo senza tirare fuori neanche un centesimo.
4. Dopo 3 pinte si rimorchia facile
Dopo la prima pinta di birra artigianale ti guardi allo specchio e ti vedi come a Ibiza a Ferragosto, abbronzato, fisicato, con un sorriso ebete che però ti sembra sexy. Alla seconda ci provi con qualsiasi cosa abbia le gambe, compreso lo sgabello dove è seduto il tizio che ti da i gettoni per bere. Alla terza nella tua testa ti trasformi direttamente in James Dean. E la cosa bella è che anche se non ne hai bevuta nessuna le ragazze che lo hanno fatto ti vedranno comunque così.
3. C’è il biliardino
L’anno scorso improvvisammo un torneo che si componeva così: quattro squadre di cui una noi di The Roman Post, una di americani in viaggio studio, uno di mastri birrai e uno di ragazze siciliane. C’erano in palio gettoni e un agonismo che neanche Cristiano Ronaldo alla finale di Champions League. Ovviamente vinsero le ragazze siciliane.
2. I mastri birrai sono creature leggendarie: conoscerle fa fico con gli amici
Immaginatevi il lavoro del chimico, dell’avvocato, quello del commercialista, quello del social media manager, dell’ingegnere, gli obiettivi e le peculiarità di questi mestieri. Fatto? Ora immaginateli tutti in un’unica persona: il mastro birraio, un’unica entità che studia, si prepara, investe soldi, si impegna, fa migliaia di prove, trascura gli affetti, fa la fame, aspetta anni, tutto questo per un unico obiettivo: darvi la birra migliore che possiate bere. Se non sono da idolatrare poco ci manca. Noi li amiamo alla follia.
1. Dire “Io c’ero”
C’è poco da fare, ormai lo Spring Beer Festival ha un’autorevolezza tra gli eventi romani, ha un ruolo, insieme agli Internazionali di Tennis è l’evento che da l’inizio alla bella stagione di Roma. Allo “Spring”, questo il nomingnolo che noi popolo gli abbiamo dato, incontri qualcuno che conosci al 100%, dal tuo vecchio compagno del liceo alla coppia fricchettona con cui bevevi le prime birre artigianali 10 anni fa. Lo Spring è un evento totale, di quelli che ti fanno salire la famosa FOMO, fear of missing out, la paura di essere tagliati fuori, che mai come in questo caso è giustificata.
Foto copertina: @rondoner