Quattro metri di altezza e 90 centimetri di larghezza, dentro rappresentato Sant’Alessio con il mantello rosso e il Cristo Pellegrino. Un affresco che è rimasto 900 anni nascosto tra due muri dentro la chiesa di Sant’Alessio all’Aventino.
Tutto è nato, come in un giallo, da una ricerca d’archivio. C’era una lettera scritta nel 1965 dall’Ufficio speciale del Genio Civile per le Opere edilizie della capitale alla Soprintendenza ai monumenti per il Lazio, nella quale si parla di “un affresco in ottimo stato di conservazione” casualmente rinvenuto durante i lavori per il consolidamento di una torre campanaria. L’unico problema era che non si sapeva i lavori di quale chiesa. Alla fine l’hanno trovato, con determinazione e perseveranza.
“L’affresco è stato rinvenuto in un’intercapedine tra due muri, ed è solo parzialmente riemerso. Il progetto di restauro e studio è inteso a stabilire la fattibilità di un completo recupero della pittura che, oltre a quella ora visibile, comprendeva anche altre figure. Solo dopo il completamento di queste operazioni sarà possibile dare una corretta interpretazione dell’affresco e formulare delle fondate ipotesi” ha commentato il soprintendente Francesco Prosperetti.