Di Bruno Cortona – E’ l’ultimo venerdì di luglio, ti svegli la mattina a Roma, fuori sembra di stare a Tunisi, dentro casa l’aria condizionata ti fa sentire un Dio che può cambiare il clima, fai colazione con roba di soia perché dopo una certa età hai scoperto cos’è il latte vaccino, e hai scoperto anche che ti fa malissimo.
Il weekend è già dentro di te e tutto va una bomba fino a quando, al primo cucchiaio di yogurt Valsoia, non apri il giornale e leggi “McDonald’s apre a Terme di Caracalla”. Rileggi bene perché pensi di aver letto male, potrebbe essere che McDonald’s ha sponsorizzato il restauro di Caracalla, o che ha aperto un McDonald’s nel mondo che è ispirato alle Terme di Caracalla, ma non può essere che aprono un Mc a Caracalla.
E quando capisci che avevi letto bene ti sale un magone, come se avessi letto che tua mamma è stata incarcerata per spaccio di cocaina in Venezuela. Ti prende lo sconforto, ti sale la disperazione, pensi ai concerti alle Terme, a De Gregori, a Camilleri. Pensi a Caracalla, che è morto da mille e ottocento anni ma nulla gli impedirà di rivoltarsi nella tomba.
Pensi ai romani e a quante volte in macchina, nel traffico mentre si godono lo spettacolo delle rovine dovranno sorbirsi l’odore del Mc. Pensi a Roma, dove un tempo accanto ai monumenti c’era il porchettaro, e adesso ci sta Subway. Pensi che a Roma dona di più la M di Museo rispetto alla M di Mcdonald’s.
E mentre pensi ad occhi aperti senti piano piano impossessarsi di te l’anima di Alberto Sordi, che proprio a Caracalla ha abitato per una vita, la senti che sale prendendo le sue movenze, la sua voce e il suo accento, e poi ti esce, ti esce l’Alberto Sordi che ti fa urlare da solo, ad alta voce contro l’iPhone, mentre il tuo cane ti guarda impietrito: “NUN CE PROVA!”.