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Spa e beauty farm vincono sullo sport: i romani investono appena due euro a testa per l’attività fisica

Nel Lazio si spendono fino a tre miliardi l’anno per diete e ingressi ai centri estetici, mentre palestre e piscine a fatica raggiungono quota 500 milioni. 

Laziali pelandroni ma, paradossalmente, molto attenti alla cura del corpo. Incrociando i dati Istat con la recente indagine dell’agenzia Doxa, scopriamo che le persone sono più attratte dai centri benessere che dai club sportivi, nonostante negli ultimi cinque anni sia aumentato il numero di impianti e circoli (+32% soltanto a Roma).

Per la propria salute psico-fisica l’anno scorso nel Lazio sono stati sborsati 4,7 miliardi di euro: a farla da padrone le voci legate all’alimentazione e ai centri estetici con una spesa che ha toccato i tre miliardi di euro fra l’acquisto di prodotti per le diete e ingressi alle beauty farm. Di contro palestre e piscine hanno incassato poco più di 500 milioni di euro con i romani che vincono in pigrizia: ultimi in Italia, destinano soltanto due euro pro capite per le attività sportive. E pensare che, in città come Trieste o Firenze, si raggiungono i 50 euro a persona.

A vincere le medaglie d’oro e d’argento nella classifica delle Regioni dove si investe di più per la cura del corpo sono la Lombardia e la Campania con un giro d’affari di 7,3 miliardi di euro e 5 miliardi di euro. Sul gradino più basso troviamo la Liguria con appena 9 milioni di euro. 

Nonostante la loro pigrizia e sedentarietà, gli italiani hanno dimostrato di metter volentieri mano al portafogli quando si tratta di relax, arrivando a spendere in media 1.300 euro all’anno per un importo complessivo di 43 miliardi di euro. Cifra che ci avvicina tantissimo a Paesi dove sport e salute vanno da sempre a braccetto come Spagna, Francia, Grecia e Romania (fonte Eurostat). 

Sempre secondo l’agenzia europea di statistica, però, gli italiani peccherebbero per il poco tempo libero a disposizione. O, per lo meno, non sembrano abbastanza determinati a ritagliarselo. Nelle 24 ore soltanto 5 risultano dedicate alla propria persona.

Secondo il Global Wellness Institute il nostro Paese continua a investire nel settore “Benessere”. Così, per esempio, l’Italia è settima in Europa grazie ai quasi 2 miliardi di euro spesi per il corporate wellness, ovvero per le attività di svago promosse (e spesate) dalle aziende al di fuori dell’orario di lavoro.

Sotto la voce “Wellness Tourism” l’Italia potrebbe ambire addirittura al primo posto grazie a un patrimonio tanto ricco di luoghi meravigliosi e risorse naturali. Ma non è così: pur avendo aumentato il fatturato di 2 miliardi di euro negli ultimi quattro anni per un totale di 13 miliardi nel 2018, siamo quinti nel mercato termale superati da Cina, Giappone, Germania e Russia. Ci piazziamo invece al sesto posto per il settore delle Spa, in crescita del 32% rispetto al 2015.

La Wellness Economy fa bene anche all’occupazione. Negli ultimi quattro anni il numero di imprese attive nel comparto ha superato le 80mila unità, dando lavoro a ben 233mila persone. E il trend, secondo le previsioni del Global Wellness Institute, dovrebbe rimanere invariato, registrando un +6,5% per i prossimi tre anni.

Ma le ricadute sociali del settore sono evidenti anche da altri punti di vista: non soltanto manager e dipendenti sono donne e giovani, quasi due imprese su tre sono femminili e una su sei è in mano a giovani.

“Queste indagini sono incoraggianti ma mostrano allo stesso tempo come in Italia, e soprattutto a Roma, ci sia ancora tanto da fare: per questo continuiamo a promuovere campagne di sensibilizzazione affinché i cittadini dedichino maggior tempo alla cura del corpo, sposando uno stile di vita più salutare e libero dagli stress della vita quotidiana”. Sono le parole di Luigi Barelli, il numero uno del Villa Flaminia che poi aggiunge: “Se prendiamo in mano l’ultima indagine Unipolsai, notiamo come noi romani, in media, trascorriamo al volante circa 22 ore al mese, un dato tra i più alti in Italia. Per questo, ancora di più, dobbiamo sforzarci di invertire rotta e lasciare spazio all’attività fisica o al relax”.

Tenendo conto di questi dati, molti centri sportivi hanno deciso di rivedere la propria offerta nell’ottica di valorizzare l’attività sportiva in relazione allo stare meglio (in termini di benessere fisico e mentale) e ad un buon stile di vita. 

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