Non è un caso che a Roma per tirarcela con gli altri popoli diciamo “Quando voi stavate sugli alberi, noi eravamo già fr…!”, abbiamo sempre avuto una grande sensibilità sull’argomento.
E infatti, dopo più di 2000 anni, la abbiamo ancora. Non è un caso infatti neanche che a Roma sia partita la raccolta fondi per il primo murales green d’Europa a tema LGBTQI+.
Non a Milano, non a Londra, non a Berlino, non alle fantomatiche città open minded in cui tutti chiacchierano ma pochi aprono il portafogli, qui a Roma “se sgancia”.
E stavolta si sgancia per una cosa che abbellirà la nostra città, un enorme murales in omaggio ai 50 anni del movimento LGBTQI+, un movimento che ha cambiato il mondo. Nonostante Roma sia la città del Vaticano, è anche una città gay friendly, la storia ci insegna che la nostra città è sempre stata sacra e profana.
Saranno 250 metri quadrati di pittura mangia smog, verrà realizzata, manco a dirlo, a San Paolo, dove ha sede lo storico Circolo Mario Mieli, a cura dell’artista olandese JDL, Judith De Leuuw. Lì vicino, a Ostiense, c’è già l’altro murales green, il più grande d’Europa.
Quello si chiama Hunting Pollution, e ha in comune con questo anche la no-profit che lo sta realizzando, Yurban2030. La madrina sarà la mitica Vladimir Luxuria. La raccolta fondi per realizzare il murales sta sulla piattaforma GoFundMe, i donatori avranno il nome su una targa ai piedi del murales. Il progetto è anche stato voluto e sostenuto dall’Ambasciata Olandese in Italia.
Anche grazie a queste realtà Roma sta cambiando, sta ottenendo un fascino urban, street, industrial. Per ora però, per dirla alla Boris come il celebre “i film li fa tutti Favino”, ‘sti murales “li fanno tutti a Ostiense”.