A noi romani a Natale piace stare a casa, tranquilli, coi nostri cari, senza andare troppo in giro ma chiudendosi nel proprio alveo di famiglia. Ma non per altro, semplicemente perché a Roma a Natale non si può uscire di casa.
Anche se devi andare dal tuo amico che abita nel quartiere affianco, ci metti 40 minuti, quando vai a trovare tuo fratello, se prima ci mettevi 20 minuti, sotto Natale ci metti un’ora e mezzo piena, che quando sei arrivato l’arbitro fischia la fine dei 90 minuti.
Dopo l’8 dicembre a Roma non si può più girare, anche andare a prendere il latte al supermercato può diventare un incubo. Preferisci farti un bel tè.
Si, perché a Roma dall’Immacolata in poi i romani iniziano a “pensare ai regali”. Non siamo come i milanesi, che a metà novembre già hanno fatto i pacchetti. Noi i pacchetti li facciamo alle 8 del 24 sera e i regali qualche ora prima.
Però comunque dall’8 iniziamo a pensarci, e pensarci vuol dire fare giri a buffo in negozi di tutti i tipi, dalle profumerie a MediaWorld, da Feltrinelli al negozio per cani. Perché a Roma siamo un po’ così, “nun se sa mai” ci venga l’ispirazione. E questo porta un traffico che in confronto il resto dell’anno sembra di stare a Copenaghen.
Per non parlare del parcheggio, se nel periodo che va dall’8 dicembre al 6 gennaio mettessero le strisce blu anche in seconda, terza e quarta fila, il Comune avrebbe i soldi per togliere tutte le buche e arrivare alla metro H.
E la cosa divertente è che alla fine tutti i giri inutili, tutto il traffico infinito, tutte le maledizioni mentre cerchiamo parcheggio, la maggior parte delle volte sono inutili. Quasi sempre non siamo ispirati, non ci piace niente, e soprattutto facciamo quello che a noi romani piace fare di più in assoluto: procrastinare. Non a caso uno degli Imperatori più famosi di Roma, Quinto Fabio Massimo, inventò addirittura un soprannome: cunctator, e cioè il temporeggiatore.
“Vabbè mo ce penso”, “Ok, grazie in caso ritorno”, “Riflettiamoci un attimo”, “Vediamo se c’è qualcosa di meglio”. A forza di dire queste case non quagliamo mai e ci ritroviamo a passare il doppio del tempo nel traffico per poi arrivare all’ultimo minuto, scocciatissimi, ansiosissimi, a fare sempre le stesse cose banali e pronte per essere riciclate.
E invece basterebbe aver conosciuto prima un servizio che a noi ha letteralmente svoltato la vita, non solo per i regali di Natale ma per tutti i regali: Winology. Ci si mettono pochi secondi, costa poco, è sempre apprezzato e assicura una sorpresa al mese per ogni festeggiato. E soprattutto, non c’è un minuto di traffico da fare.
Winology non è altro che un servizio di vino in abbonamento, una specie di Netflix del vino, ogni mese ti fa arrivare a casa una box di vino di supernicchia scelto da uno dei migliori sommelier d’Italia, a scelta tra vini più immediati, solo vini naturali, vini più strutturati e longevi.
Per regalarlo basta andare sul sito per scegliere l’abbonamento, stampare il pdf con la lettera del regalo, darla al festeggiato che poi attiva quando vuole l’abbonamento. Veloce, economico, originale e trendy. E sempre apprezzato, perché in fondo siamo tutti un po’ alcolisti inconsci.
Una svolta anche per i regali last minute, perché davvero ci si mettono 30 secondi. E dopo averlo fatto ed essersi tolto il pensiero potete andare alla finestra, guardare il traffico e citare Alberto Sordi: “Sto disteso e godo nel sentire i clacson in lontananza. Quelli della gente che sta in macchina, in coda, suda, si affanna. Io ridacchio fra me e me e penso: ma ‘ndo annate?”.