“Prendo il battello a Campo de’ Fiori, scendo a Ponte Milvio e arrivo”. Ovviamente in ritardo, quello non cambia mai, ma il modo di arrivare in ritardo potrebbe cambiare.
Infatti se adesso c’è la scusa del traffico, tra qualche mese potrebbe esserci quella della corrente, perché è arrivato il progetto per rendere il Tevere navigabile.
Se Verdone chiedeva in una celebre scena se “sto fiume ce serve o nun ce serve” potrebbe servirci eccome. Il progetto renderebbe il Tevere navigabile dalla foce fino al limite nord della città, comprendendo tutto il tratto urbano, da navigare con barche elettriche.
Sessanta chilometri di percorso, da Fiumicino al centro di Roma, fatto anche per i quasi due milioni di crocieristi che ogni anno arrivano nel Lazio.
La richiesta all’Europa, per realizzare il progetto, è di 300 milioni. Per realizzare le infrastrutture per la navigazione e l’attracco, per la bonifica e messa in sicurezza delle banchine e il risanamento ambientale e naturalistico.
Roma potrebbe diventare quindi come Parigi, Vienna o Budapest, città che hanno il fiume navigabile per cittadini e turisti, con battelli elettrici. Quello di Roma diventerebbe il fiume navigabile più bello al mondo, un viaggio su acqua tramite secoli di storia.