Dopo anni di battaglie la Regione Lazio ha finalmente approvato ieri sera il divieto di legare alla catena (in casa e in giardino) cani e non solo(perché se ne vedono di gatti e maiali più ricchi e felici di noi, tipo Dior). Chi trasgredisce la legge? Fino a 2500 euro di multa.
La norma regionale riguardo la “Tutela degli animali di affezione e prevenzione del randagismo” era stata da tempo messa in discussione e le recentissime modifiche subite ci fanno sperare che questo sia il primo di tanti altri cambiamenti e accortezze in favore degli animali (cinghiali ormai padroni di Roma compresi).
La sola deroga concordata è prevista per tutti quegli animali con problemi di salute, ad esempio a seguito di un intervento, ai cui padroni sarà richiesto un certificato dal veterinario.
“La sostenibilità di un territorio dipende anche dalla capacità di prendersi realmente cura del benessere animali” – sostiene la delegata regionale Cristiana Avenali: questo rappresenta per Roma e tutta la regione un piccolo ma necessario passo, che già da tempo hanno intrapreso altre regioni come Campania, Veneto, Puglia, Umbria, Lombardia ed Emilia Romagna. È la fine di una pratica crudele che è costata la vita di tantissimi animali, molti proprio a causa degli ultimi incendi sulla penisola.
E subito l’Organizzazione Internazionale Protezione Animali, dato il successo di questo grande cambiamento, ha aggiunto altre modifiche importanti: prima di tutto l’obbligo di autorizzazione sanitaria per tutti i tipi di allevamenti, poi i divieti di collari a strozzo e della vendita di cani non registrati all’anagrafe canina.
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