Proprio oggi esce “Io sono Babbo Natale”, l’ultimo film di Gigi Proietti che quest’anno ci porta il Natale in anticipo. Per questo ci è venuto in mente come sarebbe Babbo Natale se fosse romano, come è Gigi Proietti nel film.
La certezza è una, se Babbo Natale fosse di Roma come prima cosa “je piacerebbe de magna e beve ma nun je piacerebbe da lavorà”, e già questo rappresenterebbe un problema perché la notte di Natale è la serata in cui questa filosofia raggiunge il suo zenith. Oltre a questo “er Babbo” cambierebbe un po’ di cose rispetto a quello tradizionale lappone, e gli succederebbero parecchie novità.
10. I gabbiani giganti
Un tempo quando vedevi un gabbiano nel cielo Roma era un evento, arrivavano raramente da Ostia e Fregene per farsi un giro in città a vedere i monumenti dall’alto. Li vedevi sempre in cielo, mai da vicino, solo adesso che sono ovunque capisci quando sono grossi. Sono più grossi della maggior parte dei cani toy di Roma Nord. Se vedessero la slitta di Babbo Natale la caricherebbero come fanno con piccioni e topi, per ribadire l’egemonia su Roma. Ve lo immaginate Gigi Proietti sulla slitta a schivare gabbiani, più esilarante del “Cavaliere Nero”.
9. Il Padel
Se Babbo Natale fosse romano avrebbe una passione smodata per il padel. Che non te lo fai un “padelino” la mattina di Natale? A sgrassare la cena e prepararti al pranzo? Anche Babbo Natale incorrerebbe in questo invito e non rinuncerebbe. La notte di Natale sarebbe una corsa a finire presto per non sfigurare la mattina dopo con gli amici parioli padelisti. Perché si sa, l’ultima partita dell’anno (poi si vola a Cortina) è sempre la più importante.
8. Parcheggio della slitta
Per chi ha il camino Babbo Natale va liscio, parcheggia sul tetto ed entra dall’alto. Ma chi ha il camino a Roma? Magari qualche mansarda dei Parioli o qualche attico a via del Governo Vecchio, ma a Laurentino 38? A San Basilio? Per quelli Babbo Natale sarebbe costretto al parcheggio in seconda fila con le quattro frecce, come un romano qualunque, e conseguente rischio di multa o foto che finisce su Roma Fa Schifo. Nel film “Io sono Babbo Natale”, in uscita oggi, Gigi Proietti dice che a Roma nonostante i problemi di parcheggio si trova bene.
7. I fritti romani
Se fosse un vero romano, a Natale Babbo Natale non potrebbe rinunciare ai fritti romani alla vigilia: animelle, cervello, carciofi, baccalà, fiore di zucca, broccolo. Avrebbe una nonna che glieli fa tutti quella sera, e non è antipasto, è considerato aperitivo. Ma dopo quello già c’hai un sonno che manco se prendi lo Xanax. Stessa cosa accadrebbe a Babbo Natale che si sveglierebbe alle 2 dopo l’abbiocco realizzando di aver, per colpa dei fritti romani, distrutto l’infanzia di milioni di bambini.
6. Il traffico dei regali di Natale
A Natale Roma è un parcheggio. Ma che a Natale, già da inizio novembre. Halloween sancisce l’inizio di una due mesi che se prima non ti eri ancora abituato al traffico dopo l’estate, ti dà la botta definitiva, il colpo di grazia. Due mesi in cui si cammina a passo d’uomo ed è meglio non uscire di casa. Babbo Natale la slitta la deve andare a prendere, perché sarà in qualche garage sulla Tuscolana, da casa al garage rimarrebbe bloccato sul Raccordo a imprecare come tutti gli altri. Alla fine è anche lui un lavoratore bloccato nel traffico. Nicola Natalizi, così il nome di Babbo Natale interpretato da Gigi Proietti nel film “Io sono Babbo Natale”.
5. I cinghiali
Babbo Natale romano, in linea con i trend del momento, quest’anno snoberebbe le renne e opterebbe per i cinghiali. Più robusti, più forti, più economici (il Covid ha impoverito anche lui), conoscono già la città. La notte di Natale però è in assoluto quella con i cassonetti più pieni. Grande abbondanza di scarti di cene e Ama che se la prende comoda a Natale. Al primo cassonetto i cinghiali si fionderebbero costringendo Babbo Natale a optare per una Enjoy cargo, rosso per rosso.
4. I lampioni spenti
Roma ha un fascino ottocentesco, non tanto per i monumenti di alcune zone di Roma, quanto perché abbiamo l’illuminazione come nell’Ottocento. Un altro problema che Babbo Natale dovrebbe affrontare a Roma è la mistica assenza di illuminazione per le strade, che sta portando la capitale a essere quasi vista come una città ecologica. La situazione porterebbe Babbo Natale a munirsi di cellulare con annesse app come Google Maps o Waze, ma con torcia e mappe la batteria durerebbe a stento per fare il giro del centro.
3. Sarebbe sempre in ritardo
Se Babbo Natale fosse romano sarebbe come tutti i romani, ritardatario. I bambini sarebbero abituati a vederlo arrivare non a mezzanotte, ma “tra n’po”, o tra “un quarto d’ora venti minuti”, e Babbo Natale direbbe “arivo”, “te vedo”, “so arivato”, “sto a parcheggià”. Ovviamente tutto con l’accento inconfondibile di Gigi Proietti.
2. Je “farebbero” la slitta
Si la slitta è bellissima, sa volare, fa sognare milioni di bambini, ha solo un piccolo difetto: non ha l’antifurto. Difetto che a Roma non passa inosservato, e a Roma dove rubano anche i tricicli dei bambini vuoi che non ti “facciano” la slitta di Babbo Natale?
1. Finirebbe su Welcome to Favelas scambiato per un UFO
“Ao regà un UFO, c’è n’UFO sopra Tuscolana”. Più o meno con queste parole Babbo Natale verrebbe scambiato per un UFO e immortalato da decine di ragazzi, i cui video migliori finirebbero su Welcome to Favelas, come ogni avvenimento trash che succede a Roma. Il giorno dopo Babbo si vedrebbe bombardato di DM con il link del video e il testo “t’hanno sgamato”.
Babbo Natale romano, nonostante i vari problemi, sarebbe unico, com’è unico quello interpretato da Gigi Proietti nel suo ultimo film “Io sono Babbo Natale” in uscita oggi al cinema. Un regalo in anticipo che ci ha fatto il maestro a un anno dalla scomparsa, una commedia leggera, tenera e per tutte le età, proprio com’era Gigi Proietti.