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La nostra Italia-Scozia con un romano e uno scozzese

Ci sono un italiano, uno scozzese e The Roman Post. Sembra l’inizio di una barzelletta e invece è l’inizio del racconto della giornata che abbiamo vissuto grazie a Birra Peroni.

Questo sabato infatti c’era Italia-Scozia di Rugby, ultima partita all’Olimpico del Torneo Sei Nazioni 2022. Abbiamo scelto tra i nostri follower un tifoso italiano e un tifoso scozzese per vivere la partita insieme in barba a qualsiasi differenza, e Peroni ci ha accompagnato.

Già dall’inizio capiamo che sarà una giornata indimenticabile, arriviamo allo stadio e l’atmosfera è quella da evento rugbistico, tanta passione, lealtà, rispetto dell’avversario, amicizia, altruismo e senso di responsabilità. 

Intorno all’Olimpico gli scozzesi sono meno degli italiani ma non sembra, perché ogni singolo scozzese è “acchittato” in qualche modo. Chi con il kilt, chi con la barba rossa, chi con la cornamusa, chi con il Jimmy Hat. 

L’appuntamento è “alla palla”, come ogni degno appuntamento all’Olimpico. Lì scorgiamo un ragazzo, anche lui acchittato da scozzese, che ci si fa incontro guardandoci con attenzione, capiamo subito che si tratta di Cameron, “il nostro scottish man”. Pochi minuti dopo, in ritardo come tradizione italico romana, arriva anche Giovanni, l’italiano. 

Già da subito i due ragazzi entrano in simpatia, e noi con loro. Ognuno è arrivato con la sciarpa della propria nazione, sciarpe scambiate già prima della prima Peroni. Non serve aspettare oltre, a quel punto scatta il “famose ‘na birra”. “Tre Peroni Cruda per favore”.  E subito dopo scatta il classico brindisi di quando c’è un’atmosfera di convivialità e sportività, e cioè “vinca il migliore”. 

Avvicinandoci agli spalti Giovanni e Cameron iniziano a fare amicizia, noi proviamo a star loro dietro con il nostro inglese da InterRail. Arriviamo nell’area hospitality della tribuna Monte Mario, eravamo stati al massimo in Distinti Nord fino ad oggi, ci iniziano a brillare gli occhi. Anche Cameron e Giovanni impazziscono. Tavolate imbandite di ogni ben di Dio, dalla mozzarella di bufala alle cozze, due spine di Peroni Cruda ghiacciata, la banda scozzese che intona canti tradizionali, poi arriva la banda italiana con tamburi e trombe. A pochi metri da noi leggende del rugby italiano come Castrogiovanni e Lo Cicero. Grazie Peroni.

Dopo aver usufruito alla grande dell’area hospitality Giovanni e Cameron sono tipo migliori amici, si sono anche messi entrambi in testa l’iconico cappello Peroni a forma di elmo. Si chiacchiera, si mangia, si beve, si parla di rugby e di birra. Staremmo lì all’infinito se non fosse che sono le 15:05, tra 10’ inizia Italia-Scozia.

Ci appropinquiamo ai nostri posti, giusto in tempo per gli inni nazionali, che ad Olimpico gremito fanno sempre un bell’effetto. Inno di Mameli da una parte, inno scozzese dall’altra, ed è subito Braveheart. Per citare Mahmood e Blanco: brividi.

La partita inizia con un bella partenza dell’Italia, la Scozia però nel corso del match fa sentire il peso dell’esperienza e della tradizione. Recupera e supera. Ma il risultato è solo un dettaglio, sugli spalti è una grande festa, tutti con il loro bicchiere di Peroni in mano, molti anche con gli elmetti, a tifare, cantare, fare la ola, divertirsi.

Tra quelli che si divertono di più ci siamo sicuramente noi, Giovanni e Cameron. Ormai c’è un rapporto di fratellanza oltre le differenze, in stile rugby, in stile Peroni. Uno dei momenti più belli è quando i due ragazzi ci fanno vedere come tifano gli scozzesi e come tifano gli italiani.

Cameron si esibisce in un bel “Go Scotland”, Giovanni in un “Forza Azzurri, daje”, inserendo anche il bonus romano “daje”. La lingua è diversa, la gestualità è diversa, anche la pronuncia delle singole lettere. Differenze sostanziali che servono a dare ancora più valore all’unità che si è creata in quel momento, unità sancita da un bellissimo abbraccio e altrettanto bellissimo brindisi dopo l’urlo di tifo.

La partita si conclude con il delirio per l’ultima meta italiana allo scadere, ci avviamo di nuovo verso il villaggio verso un doveroso Terzo Tempo. La Scozia ha vinto, ma fuori dallo stadio se non sapessi il risultato della partita non riusciresti a coglierlo. Tutti festeggiano, tutti sorridono.

Una cosa stupenda che abbiamo notato è che appena qualcuno per sbaglio ti toccava nella calca, ti chiedeva subito scusa con un sorriso a 32 denti. C’era un’atmosfera di festa reale, non artificiale, ed è proprio questo spirito che attira i tifosi del rugby. Bere una Peroni ghiacciata facendo amicizia con sconosciuti di un paese lontano e diverso, andando oltre ogni differenza. 

Amicizia che anche Giovanni e Cameron hanno fatto durante la partita, suggellata dall’ultima Peroni al Villaggio, dove tutta la piazza è intenta a giochi con il pallone, cori e balli. Questa giornata indimenticabile finisce con Giovanni che dice a Cameron “good match” e lui che risponde “Bella Partita”. Brindisi di Peroni. Sipario.

Vorremmo vivere giornate così più spesso.

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