Il 12 giugno 2022 sarà una data storica per Roma, perché finalmente, dopo più di 30 anni di attesa, aprirà la Stazione Vigna Clara. Per chi non è di Roma potrebbe sembrare la semplice apertura di una delle tante stazioni di metro o trenini in città.
In realtà quest’apertura sancisce un prima e un dopo, perché per la prima volta Roma Nord, la grande e irreprensibile Roma Nord, sarà collegata al resto di Roma via ferro.
Infatti la Stazione Vigna Clara sancirà, anche se non si tratta di una vera e propria metro, l’arrivo della metro a Roma Nord. In 8 minuti si potrà arrivare alla stazione della Metro A di Valle Aurelia, collegandosi con il resto di Roma e chiudendo l’anello ferroviario.
Ma perché è importante la data del 12 giugno? Si potrebbe pensare che sia importante solo per chi abita a Roma Nord. E invece no, è importante per tutta Roma. E’ importante per quello che Roma Nord rappresenta per tutta la città. E cioè un nevralgico trendsetter place.
Oggi siamo abituati a pensare alla metro quasi come un’esperienza umiliante, come giustamente dice Roma Fa Schifo, chi prende i mezzi pubblici a Roma è quasi umiliato. Per lo stato in cui versano, i malfunzionamenti, i disservizi, il degrado, prendere i mezzi a Roma è uno status.
Anche Roma Nord è uno status, profondamente diverso. Roma Nord è il luogo dove partono molte abitudini, trend, correnti, usi. Per una serie di motivi, innanzitutto essendo una zona basata sullo status, si sta più attenti a esternarlo cercando trend, al resto dei romani frega molto meno. In più non si può sottovalutare l’aspetto socioeconomico, si ha più tempo per dedicarsi alle mode, si ha più disponibilità economica per viaggiare importando tendenze, ma anche per comprare prodotti o servizi.
Certamente le mode partono anche da altre zone di Roma, come ad esempio quelle più aristofreak o radical chic, ma quelli la metro la prendono già. Il vero scoglio è stata sempre l’alta borghesia un po’ pacchiana, ancora collegata al mood “ce vado in suv e parcheggio lì davanti in seconda fila”.
Adesso in metro ci trovi i radical chic, appunto, con Clarks, pantaloni in velluto a coste e Internazionale in mano. Ma anche persone molto più semplici, lavoratori che abitano lontano da posto di lavoro e tantissimi stranieri che vivono in periferia ma lavorano in centro. Immaginate se ci iniziassero ad andare le 18enni di Vigna Clara con le borse di Gucci e gli iPhone 13. O i 25enni del Fleming con ciuffo e Blundstone. Ma anche le neofamiglie di 35 enni di via Cortina d’Ampezzo, con i passeggini da 1400 euro.
Perché la Metro è un’abitudine, se la trainano quelli che vengono seguiti non solo su Instagram ma nella vita reale, l’abitudine diventa un trend. E se la metro diventa un trend iniziano a prenderla tutti, con conseguente maggior introito e quindi servizio migliore. I brand inizierebbero a percepirla come un ottimo canale per fare pubblicità. Tutto si smuoverebbe e si muoverebbe.
Il doggy bag, la pratica di portarsi a casa gli avanzi del ristorante, era considerata “da pezzenti”. Finché una volta Michelle Obama, nel 2009 durante il G8 a Roma, si portò a casa gli avanzi dopo una cena da Maccheroni a piazza delle Coppelle. Da quel momento il doggy bag è “fico”.
Se quelli “fichi” fanno qualcosa, tutti li seguono a ruota sdoganando un comportamento che magari fino a poco prima era considerato “sfigato”. Un altro esempio è l’uso del monopattino, fino a qualche anno fa era da “ma ndo vai?”, adesso è fico. O l’utilizzo delle app antispreco per ordinare il cibo avanzato dai locali. O ancora, fare la raccolta differenziata.
Non serve Michelle Obama, basta che la Metro a Roma diventi un bel luogo di ritrovo, un posto pulito e ben frequentato, un mezzo alternativo alle macchine nel traffico, nello smog, nella ricerca infinita del parcheggio, nelle strisce blu sempre più alte. Per andare in centro a fare shopping, a passeggiare in Prati o a cena a Ostiense.
In questo momento storico c’è anche la spinta propulsiva della sensibilità ecologica che farà la sua parte. Il resto sta a chi abita a Roma Nord, vediamo se le ragazzine la preferiranno alle Aixam, o la useranno solo le loro colf. Lo scopriremo il 12 giugno. Noi faremo la nostra parte.
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