La prossima volta che sentite “l’ha detto il Financial Times” per rendere la teoria più credibile e affidabile, nun ve fidate. Anzi rispondetegli “vabbè, il FT ha detto anche che la Carbonara l’hanno inventata gli americani”.
Ebbene si, tramite un’intervista a uno storico dell’alimentazione, il Financial Times ha iniziato a sparare a zero su tutta la cucina italiana. Non solo li boccia ma sfata tutti i, secondo lui, falsi miti.
Il parmigiano attuale, come lo conosciamo noi, deriva dal Wisconsin. La carbonara l’hanno inventata gli americani, panettone e tiramisù sono prodotti moderni e commerciali. La pizza? Gli italiani non la conoscevano fino agli anni ’50.
Per le parole sulla Carbonara fu anche aggredito verbalmente da un presentatore romano durante un festival.
Grandi, così si chiama il professore, sostiene che un nonno romano gli ha detto che prima della guerra non aveva mai sentito parlare della Carbonara, questa sarebbe la dimostrazione dell’invenzione americana. Grandi sostiene che sia un “piatto americano nato in Italia”.
La storia che racconta il professore parla di una cena a Riccione nel 1944 in cui uno chef italiano, Renato Gualandi, si fece influenzare dagli ospiti dell’esercito americano, in particolare un certo Macmillan, che aveva pancetta favolosa, panna buona, formaggio e tuorli in polvere. Quella sera nacque la Carbonara, non tra i carbonari del XVIII secolo.
Cita anche ricette recenti diverse dall’originale che farebbero pensare a una “virata” moderna della ricetta originale, carbonare che includono groviera (1954, sulla rivista La Cucina Italiana) o “prosciutto e funghi saltati a fette sottili” (1958, ristorante Tre Scalini di Roma), sostenendo che il guanciale invece della pancetta sia un aggiornamento anni ’90.
Photo credit: Marianna Cino