Di Elisa Russo – I romani amano la gricia, il parcheggio in seconda fila, gli Angelus del Papa, le ottobrate e i ponti lunghi, come quello di questo weekend.
Si stimano in 2 milioni i romani che partiranno durante questo ponte, ignorando di lasciare una Roma ideale, senza traffico, con parcheggio e con i tavoli liberi al ristorante.
Mezza Roma va verso sud, le tappe intermedie sono Ostia, Capocotta (fresche di elezione a mari più puliti del Lazio) o Anzio, o più giù dove vanno i fedelissimi del Circeo, come Totti e Malagò.
L’altra mezza Roma va a nord, i posti “prefe” in questo caso sono le tappe intermedie di Santa Severa e Santa Marinella, oppure direttamente Toscana, ma solo politicamente, Capalbio, Port’Ercole o Porto Santo Stefano. Colf, badanti e tuttofare di turno accendono i riscaldamenti e tirano a lucido cucine e barbecue per preparare a splendidi giorni di otium i graditissimi ospiti romani.
Nulla potrebbe offuscare il dolce e meritato riposo, pregustato dai villeggianti già da qualche giorno. O forse sì. Qualche nube minaccia la serenità metereologica – ma non spirituale – dei prossimi giorni.
Ma per il sole vale quanto cantava Raffaella Carrà – non a caso romanordina per eccellenza, la sua casa di Vigna Clara è ancora in vendita, per i più facoltosi – “Se ti lascia lo sai che si fa, trovi un altro più bello”. La Maremma si prepara a ogni evenienza e, che siano giorni di pioggia o di sole, poco cambia: nulla si accompagna bene alle tradizionali grandi mangiate come l’arte.
Hypermaremma ha disseminato tra gli incantevoli paesaggi di Capalbio, Ansedonia e l’Argentario una costellazione di interventi artistici e opere site specific, e dall’incontro tra uomo e natura derivano esiti super instagrammabili per i quali, in caso di sole, il like è assicurato.
Se l’instabilità avrà la meglio, ma anche se non l’avrà, a Orbetello c’è un’ottima alternativa ai raggi UV. Fino al 2 maggio c’è la mostra “Sentieri di Maremma” di Adriano Pompa alla sala espositiva del Frontone, a testimonianza del profondissimo legame che ogni buon romano dovrebbe avere con la Maremma.
Quadri (coloratissimi) e ceramiche (bianchissime) raccontano le radici dell’artista, figlio d’arte del noto Gaetano Pompa, con la casa familiare, ad Ansedonia.
La mostra nasce dal felice incontro di Adriano Pompa con la curatrice dell’esposizione, Clara Divizia, romanissima che all’inizio degli anni ‘90 è fuggita dal caotico traffico capitolino e ha trovato ameno rifugio vicino a Manciano. A farli incontrare e unirli è stata la passione per la Maremma, che sempre ispira e incoraggia un “viaggiare a piedi, così favorevole a un viaggio conoscitivo.”
La mostra propone un “safari di Maremma” all’interno del quale incontrare figure animali mitologiche e familiari paesaggi toscani interpretati in chiave onirica. Nulla di meglio da suggerire, in questi giorni che validano l’antico adagio: “Aprile, non ti scoprire”.