Quando il New York Times fa le sue classifiche, fa sempre rumore. In questo caso ha stilato l’elenco dei 25 primi piatti imperdibili italiani, non solo il tipo di primo piatto, ma anche dove lo fanno.
Il titolo dell’articolo è “I 25 piatti di pasta essenziali da mangiare in Italia”, la classifica è fatta da chef, storici culinari e scrittori, come Davide Palluda, chef e titolare del ristorante All’Enoteca nel Roero; Stefano Secchi del Rezdôra di New York; l’autrice di libri di cucina toscana Emiko Davies; la storica culinaria umbra Karima Moyer-Nocchi e la scrittrice Roberta Corradin.
Il pezzo elenca trattorie e ristoranti italiani, da nord a sud, dalla lasagna alla carbonara, dai ravioli alle trofie al pesto. E quando si parla di paste, di primi, c’è sempre Roma presente.
In questo caso, in 25 piatti selezionati, ce ne sono ben 3 romani, di cui 2 nella top 5. Infatti al numero 16 c’è lo Spaghettone all’Amatriciana di Santo Palato. Nella top 5 c’è al numero 4 la carbonara del ristorante Arcangelo di Roma a via Belli, quello di Arcangelo Dandini, al numero 3 invece la Cacio e Pepe di Roscioli, una certezza.
Della cacio e pepe il NYT dice “piatto che sembra semplice ma è pieno di insidie”, per la carbonara di Arcangelo parla di “un sugo setoso, salato ma non troppo, che ricopre uniformemente i rigatoni e si deposita sul fondo del piatto in modo da poter intingere un pezzo di pane alla fine”. Dell’amatriciana di Santo Palato invece cita il fatto che ci vogliano 15 minuti per averlo, perché la pasta è così buona da avere una cottura lunghissima.
La classifica è stata vinta dagli agnolotti del plin del ristorante Madonna della Neve, al secondo posto le busiate del Duomo di Ragusa Ibla di Ciccio Sultano, completa la top 5, dopo le due romane, la parte croccante delle lasagne di Casa Maria Luigia a Modena.