Non è altro che un integratore, ma la sua forma, il modo di assumerlo e i suoi componenti, l’hanno fatta ribattezzare la “cocaina legale”. Il CBD sta all’erba come “Sniffy” sta alla cocaina. Che poi Sniffy è solo il nome di uno dei tanti brand.
L’idea è nata in Francia, a Marsiglia, e la Francia è stato anche il primo paese dove è stata commercializzata, tra mille polemiche arrivate anche al ministro della Salute francese.
Adesso è arrivata anche in Italia, e a Roma, la città dove si consuma più cocaina che in tutto il resto d’Italia, con il numero medio giornaliero di dosi di cocaina più alto di tutti: 18,5 ogni mille abitanti.
La polvere legale ha dentro L-arginina, caffeina, creatina, citrullina, taurina, beta-alanina e maltodestrina, ti da “una sferzata di energia istantanea” che dura 20 o 30 minuti. Ci sono vari gusti, dalla menta al passion fruit, fino alla fragola. Sul sito dicono che “ti accompagna durante gli esercizi fisici, gli studi e gli esami, ma anche di notte”.
Ovviamente è legale ma non se ne può fare un uso smodato comunque, come per il caffè, si consiglia di non superare la dose di 2 grammi al giorno e di non mischiarla con alcol e farmaci.
Gli effetti collaterali possono essere simili a quelli delle bevande energetiche: dolore al petto, pressione alta e ansia. E l’inalazione può anche causare microtraumi alle narici, per via della pipetta. Come succede ai consumatori di cocaina. Ovviamente, a differenza della cocaina, non crea dipendenza.
Qualche giorno fa invece, dopo le polemiche, i creatori di Sniffy, gli ideatori del prodotto da cui sono nati altri brand, hanno dichiarato che è una polvere orale e non per inalazione, dal 5 giugno infatti non è più commercializzata ufficialmente come prodotto per inalazione ma per somministrazione orale.
Il prezzo? Una confezione di “polvere energizzante da sniffare” questo il nome sugli e-commerce, va dai 25 ai 35 euro circa e contiene 1 grammo.