Sprecone: chi consuma o spende senza discernimento o, anche, non approfitta di occasioni favorevoli.
(Oxford Languages)
Ai romani gli puoi dire di tutto, tranne che sono spreconi. A Roma il “nun se butta niente” non è un concetto, è una religione. Una filosofia di vita che accompagna la città dai tempi dell’Impero Romano, applicabile a qualunque cosa.
Ai piatti tradizionali della cucina romana, una cucina povera che spesso vede come protagonisti gli scarti degli animali, rendendoli sublimi. Si applica al concetto di “scarpetta”, quando a fine pasto si pulisce letteralmente il piatto di carbonara con il pane casereccio che diventa una bruschetta di uovo, pecorino e guanciale.
I romani ribadivano il concetto del “nun se butta niente” anche negli acquedotti, dove ogni litro d’acqua poteva avere mille usi, ma anche nelle costruzioni, usando i materiali in eccesso per monumenti magnifici, per esempio Santa Maria in Trastevere è fatta di marmi e travertini provenienti dalle Terme di Caracalla.
Il “nun se butta niente” a Roma è Cassazione. Forse per questo l’app che ha raccolto e convertito questo sentimento in innovazione sta facendo impazzire i romani.
Si chiama Too Good To Go, che tradotto in romano vuol dire “troppo bono pe’ finì nella monnezza”.
È una app che permette ai locali di proporre ai clienti i prodotti che avanzano evitando gli sprechi, parallelamente permette alle persone di trovare prodotti buoni e freschi a prezzi mai visti. In questo modo Too Good To Go ha creato un nuovo tipo di mercato, conveniente per tutti e contro gli sprechi alimentari.
Ma come funziona Too Good To Go? È molto semplice, dopo aver scaricato l’app e fatto il login, Too Good To Go ti propone i posti più vicini dove ritirare le Magic Box – così si chiamano queste buste piene di cibo invenduto ma ancora ottimo, che possono essere acquistate a un terzo del prezzo commerciale dei prodotti al loro interno. Inoltre, l’app ti segnala i negozi consigliati, le box pronte al ritiro, i vari tipi di prodotti alimentari, e molti altri indici diversi. Il tutto con le informazioni utili, come l’orario di ritiro, la distanza, il prezzo e le recensioni.
E ci sono alcuni tra i locali più buoni di Roma. Come il Gianfornaio, se volete dolci o pizza in una serata in cui non vi va di cucinare spendendo 5 euro; c’è il gelato di Grom un giorno in cui avete bisogno di zuccheri; a 4 euro, la pizza di Alice Pizza quando avete voglia di carboidrati; oppure l’ottimo sushi di Sushi Shop per una cena volante sul tardi. Dulcis in fundo c’è anche la spesa al Carrefour. Tutto “troppo buono per essere buttato via” e a prezzi quasi simbolici. Basta scegliere, prenotare e andare a ritirare negli orari stabiliti.
I romani, giustamente, stanno impazzendo per Too Good To Go, lo usano gli universitari spendendo di meno di quanto avrebbero speso al supermercato, gli uomini e donne in carriera quando escono tardi dall’ultima riunione, lo usano le giovani coppie, ma anche i padri di famiglia, quando vogliono fare una sorpresa a moglie e figli. Too Good To Go ormai è uno status, un mood di tutti quei romani “furbi” che sanno cavarsela in una città in cui chi sa barcamenarsi meglio vince.