E’ facile dire “Stasera sbocciamo ‘na magnum”, meno facile è dire “Stasera sbocciamo una Melchizédech”. Non tanto per il la parola più difficile, quanto perché una Melchizédech è 20 volte la magnum.
Credevate che la magnum fosse una delle più grandi? La magnum è una delle più piccole. “Se bisogna sbocciare, bisogna sbocciare bene” diceva qualcuno. Visto che la maggior parte di noi non aprirà mai una Melchizédech, almeno compensiamo in cultura e andiamo a conoscere i vari formati di bottiglie da sbocciare.
La famosa magnum non è altro che la più “piccola tra le grandi”, l’equivalente di due bottiglie normali, per un totale di un litro e mezzo. Se uno inizia a fatturare duro può ambire al livello successivo: la Jéroboam, 3 litri di bollicine, uguali a 4 bottiglie.
Se c’avete più di 4 cognomi invece vi sarà capitato di bere da una Mathusalem, 6 litri di ricchezza pura. In mezzo c’è la Rehoboam, 4 litri e mezzo, il vorrei ma non posso della nobiltà.
Tra quelle ancora più grandi spicca la Balthazar, che prende il nome dal “re magio”, questa probabilmente l’avete vista bere dai vostri nonni parlamentari della Democrazia Cristiana. 12 litri di perbenismo puro. Il gradino subito sopra è quella forse col nome più bello di tutti, Nabucodonosor, 20 bottiglie in una, 20 serate in una.
Il podio è formato dalla succitata Melchizédech (la più grande riconosciuta dallo Champagne), 30 litri, è stata creata nel 2002 e la usano per varare le navi da crociera. Al secondo posto l’Adelaide, 124 bottiglie tonde tonde. Prima indiscussa la Sublime, 150 litri, 200 bottiglie, 1400 flute, millemila euro.