Il centro di Roma negli ultimi anni è stato letteralmente deturpato da negozi di souvenir, minimarket, street food orripilanti. Nella zona di Fontana di Trevi i tizi che vendono il bastone per i selfie alzano di parecchio il livello del commercio lì intorno.
Per questo motivo, ma palesemente troppo tardi, il Campidoglio ha deciso di vietare l’apertura di nuovi negozi del genere in tutto il Centro Storico e nell’area tutelata dall’Unesco, fino al 31 maggio 2023. Sono bloccati i minimarket, comunemente detti bangla, i fast food, i negozi di souvenir, le pizzerie, gelateria, friggitorie e simili.
Questo per ora per poco più di un anno, dovrebbe durare per sempre. Ed è in programma, anche quello sacrosanto, una regolarizzazione più stringente dei negozi del centro. Ci dovrebbe stare un codice estetico e commerciale rigidissimo anche, a nostro parere, con provvedimenti retroattivi.
Il centro di Roma è un salotto, un museo a cielo aperto, ci sono troppi negozi brutti. Fatevi un giro a Fontana di Trevi e poi una passeggiata in fondo a via dei Banchi Vecchi. Nella prima farete fatica a trovare un posto in cui entrereste, nel secondo noterete la bellezza dei negozi, delle vetrine, dei prodotti.
Il centro di Roma si merita più gallerie d’arte e meno “bangla”, più antiquari e meno calamite in vetrina, più trattorie tradizionali e meno pizze a taglio immangiabili.
E se non ne volete fare una questione di gusto facciamone una questione di economia. Un centro di Roma com’è adesso, è normale che attira un turismo cheap, perché non è fico, non è trendy, non è chic. I turisti che spendono tanto vanno, giustamente, in altre città, più all’altezza dei loro standard. Anche se sono meno belle. Oggi il centro di Roma è un souvenirificio, e temiamo che difficilmente cambierà. La pandemia poteva anche essere un’opportunità, ma si è mosso davvero poco.
Photo credit: Flickr/Fred Owen