Roma è sporca, trafficata, pieni di topi/cinghiali/gabbiani/piccioni, caotica, rumorosa, inquinata, “immonnezzata”, non c’è lavoro, non ci sono soldi, non c’è speranza.
Eppure la gente la sceglie per viverci, e non la scelgono gli arrivisti (<3) che scelgono Milano solo ed esclusivamente per questioni economiche e professionali (chi vivrebbe a Milano per altre ragioni?), le persone scelgono di vivere a Roma a prescindere dal lavoro che faranno. Al primo posto c’è la motivazione di vivere a Roma.
Qualche giorno fa ci siami imbattutti in un articolo del Corriere della Sera di Antonio Preite, che raccontava una statistica molto interessante. Roma ha una popolazione di 2,7 milioni (anche se sappiamo tutto che è molto di più) e più di un milione non sono nati a Roma, circa il 40%. Una cifra impressionante.
Roma è storicamente pronta ad accogliere, dai tempi dell’Impero chiunque poteva diventare cittadino romano. Ancora oggi accoglie metà dei suoi cittadini.
Un’altra cosa bella che abbiamo letto e carpito da quest’articolo è che “si è romani perché si sceglie di esserlo”. E cioè che non serve essere nati a Roma o avere un’appartenenza etnica per essere romani. Roma ti avvolge così tanto che ti basta viverci e già dopo qualche mese entri nelle sue dinamiche, nei suoi giochi, nelle sue sinuosità. Ti appartiene e tu appartieni a lei, e diventi romano.
Anche la storia degli innumerevoli artisti non romani di nascita ma che sono voluti diventare romani è lunga, da Ennio Flaiano a Fellini, fino a Sorrentino.
Roma fa sentire tutti se stessi, assolve, è talmente grande e piena che puoi anche andare in giro nudo o vestito con la pelliccia a luglio, a Roma nessuno “te se fila”, e questa è la più grande delle libertà.