Ma quali eventi culturali da radical chic presenzialisti del centro? Quelli lasciamoli a Milano. A Roma il vero patrimonio è molto più ancestrale, molto più cool, molto più verace e vero, e cosa rappresenta questo carattere romano che va oltre al tempo, niente più del carciofo.
Dal 7 al 10 aprile a via del Portico d’Ottavia c’è la terza edizione del Festival del Carciofo Romanesco, evento rigorosamente gratuito. Il carciofo romanesco è così importante che ci sarà anche il ministro dell’Agricoltura.
Il festival coinvolge più di 20 ristoranti del quartiere ebraico di Roma e di rioni storici come Trevi, Ripa e Campo de’ Fiori. Ogni ristorante servirà piatti tradizionali a base di carciofi e proporrà un menu ad hoc a 35 euro e delle degustazioni all’ingresso del ghetto.
Ci sarà anche intrattenimento romano, con stornelli romani e artisti di strada. L’anno scorso vennero consumanti più di 40 mila carciofi. Not bad.
D’altra parte il carciofo oltre a essere buonissimo, non solo nelle più celebri versioni alla romana e alla giudia, è anche salutare, una delle poche cose al mondo a essere “bono e sano”, infatti il carciofo pulisce il fegato. Oltre a essere precursore del veganesimo.
Il Festival del Carciofo è l’unico grande evento fieristico del I Municipio, solo il carciofo se lo merita. Si potrà mangiare di tutto a base di carciofi, dalla vignarola alle fettuccine, dalla frittata alla coratella con i carciofi. Ci saranno anche i gelati al gusto di carciofi.
Lo slogan dell’evento gratuito è una parafrasi dei versi di Lando Fiorini “Semo romani, ma romaneschi di più”. Sipario.