Di Petronio del Baccano – Tra le varie battaglie che nel corso dei secoli si sono susseguite contro la Chiesa, una è sicuramente quella dell’anima degli animali. Secondo il clero infatti ufficialmente tutti gli animali sono creature di Dio, e non figli di Dio, per questo senz’anima e senza possibilità di andare in paradiso. Papa Francesco ha cambiato la tendenza, aprendo alla prospettiva del paradiso anche per gli animali.
L’annuncio è stato fatto durante un’udienza generale dedicata al tema della vita e della morte. Su questo argomento il Pontefice ha citato l’apostolo Paolo che ad un bambino in lacrime per la morte del suo cane aveva risposto: “Un giorno rivedremo i nostri animali nell’eternità di Cristo”.
Anche Giovanni Paolo II in passato aveva adottato una linea simile, affermando che non solo gli uomini e le donne, ma anche gli animali hanno un “soffio divino”. Al contrario Benedetto XVI aveva tenuto una linea più tradizionale, ribadendo la posizione più classica della Chiesa, per la quale “mentre nelle altre creature, che non sono chiamate all’eternità, la morte significa soltanto la fine dell’esistenza sulla terra, in noi il peccato crea una voragine che rischia di inghiottirci per sempre, se il Padre che è nei cieli non ci tende la sua mano”.
Una svolta storica quella del Papa, d’ora in poi cani, gatti, pesci rossi e tutti gli altri animali, domestici e non, avranno la speranza di una vita eterna. L’ennesimo passo avanti di una Chiesa che per troppo tempo era rimasta ancorata a canoni antichi e fuori tempo, e che grazie a Francesco si è rinnovata. D’ora in poi non c’è più “il paradiso dei cani”, ma per tutti lo stesso paradiso. D’altra parte, che brutto posto sarebbe stato un mondo ultraterreno senza animali?
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