Di Andrea Pozzo – “Sono andato al battesimo di mio nipote il 27, ero il padrino. Ho conosciuto don Alessandro pochi minuti prima della cerimonia. La cosa che ha colpito tutti è che andava di fretta, ci ha messo un quarto d’ora a battezzare e non ha chiesto niente a nessuno“. Una delle ultime messe di don Alessandro, il parroco dei Parioli arrestato per pedofilia. Sapeva già di essere braccato e andava di corsa per paura di essere preso. “Faceva tutto di corsa, velocemente. Anche se non ci conosceva non ci ha fatto le solite domande tipo: “credi o non credi?”, ne ci ha chiesto alcun documento. Poi ha salutato tutti e se n’è andato”.
Faceva bene a essere agitato don Alessandro, il giorno prima avevano emesso un mandato di cattura internazionale per pedofilia nei suoi confronti. E la sua agitazione trapela dal racconto di un ragazzo che lo ha conosciuto quattro giorni prima del suo arresto, e che ha fatto da padrino ad uno degli ultimi bambini battezzati dal “prete pedofilo dei Parioli”.
L’ennesimo scandalo dei Parioli, il quartiere più “in” di Roma è un’altra volta travolto da una vicenda grottesca. E stavolta ad essere colpito è il parroco di una delle chiese di riferimento della parte alta dei Parioli, quella di Piazza delle Muse, del Parnaso, dell’Azzarita, della Quisisana. La parrocchia di San Luigi Gonzaga, una splendida chiesa sull’ermo del quartiere. Piena di bambini e sede di un vasto gruppo di boy scout.
Don Alessandro, famoso nel quartiere per la sua solarità ma anche per la sua sfuggevolezza, in poche ore è diventato per tutti Alessandro De Rossi, 46anni, romano, arrestato per pedofilia. Subito le mamme dei parioli al sentire la notizia si sono preoccupate, per i proprio figli, per il catechismo, poi sono arrivati i particolari, i fatti risalgono al 2009, quando il parroco era in Argentina.
E proprio dall’Argentina è partito l’ordine di arresto il 26 dicembre, mandato di cattura internazionale affidato all’Interpol e conclusosi il 31 con l’arresto degli agenti della Squadra Mobile nella parrocchia. L’accusa gravissima è l’abuso di minori nei locali parrocchiali e aver costretto i bambini anche a rapporti di gruppo. E per l’accusa è un violentatore seriale, che amava ritrarre le sue piccole vittime in foto e riprenderle con filmati. Questo scempio è successo in una chiesa nella provincia di Salta, nel nord-ovest dell’Argentina, dove don Alessandro operava prima di arrivare in Italia, nel settembre del 2013.
Oggi ai parioli c’era stupore e sconforto, fuori da San Luigi si sono radunati dei fedeli che hanno commentato il fattaccio: “Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere mi sembrava una persona seria. Dicevano che in sud America ha anche rischiato la vita, ha corso numerosi pericoli per aiutare gli altri”. Il Vicariato nel frattempo “ha provveduto ad affidare temporaneamente la cura pastorale della parrocchia ad altro sacerdote, in attesa di approfondimenti e della decisione della magistratura italiana, alla quale si esprime piena fiducia”.