Di Antonio La Trippa – È da poco trascorso un anno dall’inizio del pontificato di Papa Francesco. Il Papa della gente, dei “social networks”; l’uomo che tifa il calcio e che ammette di aver fumato marijuana; il Pontefice che diventa Superman e che va ad Ariccia per i suoi esercizi spirituali. Un Papa che elogia la Chiesa italiana non tanto per l’operato dei suoi cardinali quanto per quello dei suoi parroci ma, paradossalmente, sono proprio questi ultimi a riempire le pagine delle cronache romane.
Un sacerdote “pizzicato” con più di cento dispositivi tecnologici, tra iPhone e iPad: questo è quanto accaduto a padre Andrea Perrotti, vice rettore della Basilica di Santa Maria sopra Minerva. Il tutto è partito dalla segnalazione di una ragazza che, dopo aver denunciato il furto del suo iPad avvenuto circa un mese fa, è stata contattata dal sacerdote per la restituzione del suo “tablet”. Il fatto ha suscitato non poche perplessità nella mente della giovane non tanto per la chiamata ricevuta, essendo il suo numero registrato nei dispositivi interni dell’iPad, quanto per il corrispettivo richiesto per la restituzione dello stesso: 150 euro. All’appuntamento, pertanto, si è presentato un carabiniere in borghese che, a scambio effettuato, ha mostrato il distintivo costringendo l’uomo a mostrare la propria abitazione. L’ispezione ha portato alla scoperta di un vero e proprio tesoro di congegni elettronici, tutti rigorosamente rubati.
Padre Perrotti è stato così processato per direttissima con le accuse di estorsione e ricettazione, dalle quali si è difeso sostenendo di essere un appassionato di tecnologia tanto da girare “mercatini marcatini” per trovare le migliori occasioni. Pochi giorni fa, in coincidenza di martedì grasso, veniva invece smascherato un altro sacerdote ma questa volta finto. I carabinieri hanno infatti fermato un trentenne bosniaco che, indossando un abito talare e un crocifisso simile a quello di Papa Francesco, impartiva benedizioni per la modica cifra di 20 euro.
Chissà chi sarà il prossimo…
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