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Le coppie romane a San Valentino

Di Romeo Montecchi e Jacopo Barozzi – “San Valentino, la festa di ogni cretino, che crede di essere amato e invece rimane fregato”, la frase fatta degli haters di questa festa. Ma perchè San Valentino è così odiato? Sicuramente la colpa non è del santo che fu decapitato 1700 anni fa. Il motivo di quest’odio è il modo in cui le coppie lo festeggiano. Sarebbe anche una bella festa, ma ormai è stereotipata, esagerata e rigorosamente ostentata. Ed è diventata più commerciale del Natale.

Non vale più un cazzo la cenetta a lume di candela in stile Lilly e il Vagabondo, dove bastava condividere un piatto di pasta per strada per creare una serata indimenticabile. Adesso se non fai scendere un elicottero rosa, pieno di cioccolatini venezuelani, ognuno con una dedica diversa non sei nessuno. Anzi, molto probabilmente vieni anche accannato. Per le coppie la parola d’ordine è eccesso. E magari il resto dell’anno è tanto se escono insieme una volta a settimana. Cioccolatini, cuoricini, poesie, foto e serenate; le bacheche saranno invase da tonnellate di post così smielati da far venire il diabete persino a quello di “Man vs food”.

C’è quello che prenota da mesi a “La Pergola”, frega la Porsche del papi e si mette in smoking, convinto di assomigliare a James Bond solo perché si è leccato i capelli, neanche fosse uscito da un film anni ’30. Lei non vede l’ora di andare da Heinz Beck, l’ha già raccontato a tutte le amiche, e ha passato “solo” cinque ore da Jean Louis David. Scende la scalinata del palazzo di via Archimede col vestito che le ha regalato mamma per la laurea. Tacco quindici e tanta voglia di Instagram Stories.

Ci sono quelli che lo passano in montagna, a sciare, che alle 10 di mattina già cominciano a infestare gli iPhone di tutti con le foto sulle piste, almeno 5 fino a pranzo, poi 3 in baita, una con la Radler, l’altra per polenta e salsicce, e l’ultima per il bombardino. Torneranno alle 6 per la spa (altre 8 foto). Ma stai a Ovindoli, mica a Sankt Moritz.

Non passano inosservati neanche gli alternativi, che vanno a Villa Ada a fare il picnic col cappotto, sfidando il freddo siderale. Gli unici che veramente si godranno la giornata saranno i loro due meticci. Stesa sulla coperta di pashima comprata in India, la coppia proverà a scaldarsi col vino al litro di San Lorenzo. Passeranno intere settimane a vantarsi con gli amici di aver passato un San Valentino originale, omettendo di essersi svegliati il giorno dopo con 40 di febbre.

Insomma, alternativo, ricco, conformista, il San Valentino è comunque stereotipato. E c’è di più: se non lo ostenti è come se non l’avessi passato nel modo giusto.

Per non parlare di quelli all’antica, che regalano la scatola di cioccolatini e le rose, e portano la fidanzata sempre allo stesso ristorante, quello del primo San Valentino insieme. Poi ci sono le coppie scoppiate, non si arrendono e a San Valentino lo devono dimostrare più che mai. Nella foto postata su Facebook sembrano Hugh Grant e Julia Roberts in Notting Hill. Ma è l’unico momento in cui ridono, il resto della serata lo passano su Whatsapp. Lei con un altro.

Non mancano quelli che posteranno foto col cane scrivendo: “L’unico amore della mia vita”, oppure quelli che il 14 lo passano a Porta di Roma, si riempiono e riempiono le bacheche di regali, uno più coatto dell’altro, manco fossero Icardi e Wanda Nara. La serata si concluderà al cinema, a vedere Jupiter. In mezzo a tutti questi amori social, fidanzamenti di convenienza, storie apparenti, coppie per abitudine, una certezza c’è: a San Valentino s’amano tutti, e fidatevi che ve lo faranno sapere!

Ah, ci stavamo per scordare “l’antistereotipo”: quelli che non lo festeggiano per scelta, neanche fosse una religione. “Sarà una serata come tutte le altre”, ma la passeranno su Facebook a prendere in giro le altre coppie. (Pensavate di averla fatta franca, eh?).

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